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  • UN DURO COLPO AL GOVERNO.
    LA CANNABIS LIGHT NON È UNA DROGA.
    IL TAR BOCCIA IL GROTTESCO E ASSURDO DECRETO DEL GOVERNO.
    DI STUPEFACENTE NELLA CANNABIS TERAPEUTICA SATIVA L.
    E IL SUO DERIVATO NATURALE OLIO DI CBD (CANNABINOIDE NON PSICOTROPO) C'È SOLTANTO LA DISINFORMAZIONE.

    LA DECISIONE
    La cannabis light non è una droga, il Tar BOCCIA il governo.
    Il TRIBUNALE ha accolto l'istanza presentata contro il decreto del ministero della Salute.
    Ora la battaglia si sposta in Parlamento, dove è in discussione il Ddl Sicurezza

    11 settembre 2024 14:39
    Il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata contro il Decreto del ministero della Salute che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd, meglio conosciuta come cannabis light, nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, sospendendo la direttiva del governo Meloni. A darne notizia è stata l'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), che ha espresso "viva soddisfazione".

    L'emendamento contro la cannabis light che rischia di favorire il sommerso
    La decisione del tribunale arriva come un fulmine a ciel sereno durante la discussione sul controverso Ddl Sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. Al suo interno, è stato presentato un emendamento che punta a vietare le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno THC (il principio psicoattivo della cannabis, non contenuto in quella legalmente in commercio). Secondo il Forum sulle droghe, che ha scritto un appello contro l'emendamento,
    "la criminalizzazione del mercato della cannabis light produrrebbe un effetto giuridico paradossale: Punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o consuma infiorescenze prive di effetti psicoattivi".
    Le associazioni e i rappresentanti dei produttori sostengono da sempre che una norma di questo tipo, oltre a essere antiscientifica, non farebbe altro che favorire il commercio illegale e di conseguenza la criminalità organizzata.

    Una coltivazione di cannabis light
    "Il giudice amministrativo - spiega ancora Ici - ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave e irreparabile danno che l'applicazione del decreto comporta all'intero settore, e ha deciso di sospenderne l'efficacia in attesa del giudizio di merito.
    Questa decisione rappresenta un'importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l'applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative e irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti".

    È un duro colpo alla propaganda di una parte del governo, soprattutto per la Lega di Matteo Salvini, che ha sempre bollato la canapa come una droga, malgrado le evidenze scientifiche lo smentiscano. "Nell'ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del prof. Ciallella (già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma) - prosegue l'associazione - è stato dimostrato che il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l'inclusione tra le sostanze stupefacenti.
    Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio, ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un'opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole''.

    Furfaro: "Il Tar del Lazio conferma l'incompetenza del governo"
    "Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti", ha commentato il deputato del Partito Democratico, Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali. "Oggi il tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un'istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l'impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L'obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia.
    Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone.
    Ora la battaglia si sposterà di nuovo in Parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventare strategico per l'economia del nostro Paese".

    Magi: "Smontata la propaganda"
    Dello stesso avviso il segretario di Europa, Riccardo Magi:
    "Il Tar del Lazio - commenta - confermando che il Cbd non ha nulla a che fare nemmeno lontanamente con le sostanze stupefacenti, smonta tutta la propaganda proibizionista del governo sulla cannabis light e, con questa tempestiva pronuncia, incide profondamente anche su ciò che l'aula di Montecitorio sta discutendo in queste ore, ovvero sulla parte del ddl sicurezza che di fatto cancella con un colpo di spugna l'intero settore della canapa industriale. Il governo e la maggioranza, se non vogliono vedere anche questo provvedimento smontato dalle sentenze, stralcino l'articolo che mette fuorilegge la cannabis light, approvando il nostro emendamento che sopprime l'articolo 18, e la smettano di condurre questa caccia alle streghe". Intanto, a Montecitorio, il vicepresidente del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, ha chiesto un'informativa in aula del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

    La cannabis light non è una droga, il Tar boccia il governo
    UN DURO COLPO AL GOVERNO. LA CANNABIS LIGHT NON È UNA DROGA. IL TAR BOCCIA IL GROTTESCO E ASSURDO DECRETO DEL GOVERNO. DI STUPEFACENTE NELLA CANNABIS TERAPEUTICA SATIVA L. E IL SUO DERIVATO NATURALE OLIO DI CBD (CANNABINOIDE NON PSICOTROPO) C'È SOLTANTO LA DISINFORMAZIONE. LA DECISIONE La cannabis light non è una droga, il Tar BOCCIA il governo. Il TRIBUNALE ha accolto l'istanza presentata contro il decreto del ministero della Salute. Ora la battaglia si sposta in Parlamento, dove è in discussione il Ddl Sicurezza 11 settembre 2024 14:39 Il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata contro il Decreto del ministero della Salute che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd, meglio conosciuta come cannabis light, nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, sospendendo la direttiva del governo Meloni. A darne notizia è stata l'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), che ha espresso "viva soddisfazione". L'emendamento contro la cannabis light che rischia di favorire il sommerso La decisione del tribunale arriva come un fulmine a ciel sereno durante la discussione sul controverso Ddl Sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. Al suo interno, è stato presentato un emendamento che punta a vietare le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno THC (il principio psicoattivo della cannabis, non contenuto in quella legalmente in commercio). Secondo il Forum sulle droghe, che ha scritto un appello contro l'emendamento, "la criminalizzazione del mercato della cannabis light produrrebbe un effetto giuridico paradossale: Punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o consuma infiorescenze prive di effetti psicoattivi". Le associazioni e i rappresentanti dei produttori sostengono da sempre che una norma di questo tipo, oltre a essere antiscientifica, non farebbe altro che favorire il commercio illegale e di conseguenza la criminalità organizzata. Una coltivazione di cannabis light "Il giudice amministrativo - spiega ancora Ici - ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave e irreparabile danno che l'applicazione del decreto comporta all'intero settore, e ha deciso di sospenderne l'efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione rappresenta un'importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l'applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative e irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti". È un duro colpo alla propaganda di una parte del governo, soprattutto per la Lega di Matteo Salvini, che ha sempre bollato la canapa come una droga, malgrado le evidenze scientifiche lo smentiscano. "Nell'ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del prof. Ciallella (già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma) - prosegue l'associazione - è stato dimostrato che il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l'inclusione tra le sostanze stupefacenti. Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio, ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un'opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole''. Furfaro: "Il Tar del Lazio conferma l'incompetenza del governo" "Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti", ha commentato il deputato del Partito Democratico, Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali. "Oggi il tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un'istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l'impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L'obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia. Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone. Ora la battaglia si sposterà di nuovo in Parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventare strategico per l'economia del nostro Paese". Magi: "Smontata la propaganda" Dello stesso avviso il segretario di Europa, Riccardo Magi: "Il Tar del Lazio - commenta - confermando che il Cbd non ha nulla a che fare nemmeno lontanamente con le sostanze stupefacenti, smonta tutta la propaganda proibizionista del governo sulla cannabis light e, con questa tempestiva pronuncia, incide profondamente anche su ciò che l'aula di Montecitorio sta discutendo in queste ore, ovvero sulla parte del ddl sicurezza che di fatto cancella con un colpo di spugna l'intero settore della canapa industriale. Il governo e la maggioranza, se non vogliono vedere anche questo provvedimento smontato dalle sentenze, stralcino l'articolo che mette fuorilegge la cannabis light, approvando il nostro emendamento che sopprime l'articolo 18, e la smettano di condurre questa caccia alle streghe". Intanto, a Montecitorio, il vicepresidente del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, ha chiesto un'informativa in aula del ministro della Salute, Orazio Schillaci. La cannabis light non è una droga, il Tar boccia il governo
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  • Sapevi che hai bisogno della cannabis?
    Sembra una grande affermazione, lo so.
    Sapevi che il tuo corpo ha un ECS?
    Un sistema endocannabinoide.

    Ciò è simile a tutti gli altri principali sistemi del corpo, tra cui il sistema nervoso, l'apparato digerente, l'apparato respiratorio, il sistema linfatico, ecc.


    Il sistema endocannabinoide è raramente oggetto di discussione nella comunità medica, ma è stato scoperto per la prima volta nel 1988. Svolge un ruolo importante in molte funzioni neurali, tra cui apprendimento, memoria, emozioni e modulazione del dolore.

    "Il sistema endocannabinoide (ECS), il più grande sistema recettoriale e il principale regolatore dell'omeostasi nel corpo umano, analizza come e perché i cannabinoidi interagiscono con i recettori CB1 e CB2."

    "Il sistema endocannabinoide mantiene l'omeostasi del corpo, fungendo da ponte chimico tra corpo e mente.

    Molte persone non sono realmente malate, ma hanno una carenza di questa potente pianta che il nostro corpo è programmato per assorbire.

    Assumere HempWorx CBD è un ottimo modo per soddisfare l'ECS del tuo corpo.
    E ora, per un periodo di tempo limitato, fino al 12 agosto, le tinture esclusive di MDC sono in vendita con uno sconto del 50%. Non perdertele, ordinale oggi e inizia il tuo percorso di benessere.
    Mg
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  • OLIO DI CBD O OLIO DI CANNABIS:
    ECCO PERCHÉ ASSUMERLO

    Caratterizzato dall’estrema tolleranza da parte dell’organismo, l’olio di CBD è un prodotto a base di cannabidiolo, un fitocannabinoide dagli innumerevoli effetti benefici sulla salute umana.

    Negli ultimi anni, il principio attivo è diventato estremamente popolare, tuttavia, sono ancora molti i dubbi su dove acquistare l’olio CBD. Quando il prodotto è di alta qualità non provoca reazioni avverse e, anzi, contribuisce al benessere generale della persona.
    Tuttavia, per acquistare un prodotto sicuro, è importante rivolgersi ad un brand serio, che abbia prodotti controllati con certificazioni reali.

    In effetti, questa sostanza, oggetto di crescenti studi da parte degli scienziati, vanta molteplici proprietà positive per la pelle, per il sistema nervoso e per l’apparato cardiocircolatorio. Per cui sono sempre di più gli articoli a base di CBD in commercio e comprendono oli, cosmetici e unguenti.

    A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), non ha effetti psicotropi e non provoca il cosiddetto “sballo”, ma interagisce in maniera positiva con l’organismo, apportando diversi tipi di azioni benefiche.

    È un antinfiammatorio potente, che agisce sull’origine del malessere e riporta l’organismo in equilibrio. Svolge un’azione immunostimolante, andando a rinforzare le difese immunitarie. Inoltre, allevia l’ansia, la depressione, calma gli spasmi muscolari ed è molto apprezzato come anticonvulsivante.

    Cos’è l’olio di CBD?

    Conosciuto anche come CBD oil, l’olio di CBD è un estratto che si ottiene dalle piante di cannabis Sativa, più precisamente dai fiori.
    Si presenta esattamente come un olio e può assumere le diverse tonalità di verde, giallo o castano, in base alla matrice vegetale di partenza; tuttavia, quando il colore non è particolarmente limpido siamo di fronte ad un olio poco purificato.

    Deve il suo nome all’altissima concentrazione di cannabidiolo (CBD), uno dei derivati principali della cannabis.
    Rispetto al THC, questa molecola, non dà effetti psicotici e può essere utilizzata per la preparazione di articoli di vario tipo: tinture, unguenti, oli e cosmetici.

    Il basso contenuto di THC – nullo nell’olio di CBD broad spectrum – permette di vendere l’olio di cannabidiolo nel totale rispetto della normativa e di assumerlo senza incorrere in particolari pericoli.
    La legge consente la presenza di THC nell'olio di CBD in una percentuale che va da un minimo dello 0,2 a un massimo dello 0, 5%.
    Alte percentuali del cannabinoide CBD possono contribuire a ridurre l'effetto psicotropo di bassi dosaggi del cannabinoide THC.

    Nei farmaci la situazione è diversa: il THC può essere presente in percentuali molto più elevate e può essere prescritto solo da un medico con ricetta non ripetibile.

    Il cannabidiolo CBD non ha effetti avversi e non è psicotropo anzi è un potente antinfiammatorio , antidolorifico e miorilassante.

    In commercio è disponibile in diverse concentrazioni in milligrammi , che vanno scelte a seconda della necessità.
    La differenza più importante da conoscere è quella tra olio di CBD full spectrum e broad spectrum (THC Free): entrambi contengono CBD e altre sostanze naturali della cannabis; tuttavia, il CBD broad spectrum è completamente privo di THC.

    Attenzione però a non confonderlo con l' olio di semi di canapa.
    L'olio di semi di canapa non contiene cannabinoidi e viene utilizzato principalmente in cucina, dove si presta ottimamente al condimento degli alimenti. Grazie al suo ricco contenuto di vitamine, minerali e acidi grassi Omega-3 e Omega-6 . Tuttavia, la naturale assenza di CBD non gli conferisce effetti benefici terapeutici, ma può vantare buona attività di prevenzione dell' infiammazione generale.

    A differenza del cannabinoide THC , dagli effetti psicotropi piuttosto noti, il CBD non è una sostanza psicoattiva e non induce l’effetto sballo.
    Ha una composizione simile al THC, ma essendo privo di effetto drogante, si può utilizzare per la cura di diverse problematiche senza il rischio di effetti collaterali o psicotropi. Costituisce una valida efficace alternativa naturale agli analgesici per il dolore cronico.

    Ciò che ha decretato il successo dei prodotti a base di CBD è la lunga lista di proprietà benefiche che ha sull’organismo:

    calma i dolori;
    lenisce le infiammazioni;
    rilassa i muscoli e le tensioni;
    allevia l’ansia e la depressione;
    tratta il mal di testa e la cefalea a grappolo;
    dà sollievo contro i dolori mestruali e può trattare varie patologie del sistema urogenitale.
    favorisce il recupero dopo l’attività fisica;
    riduce gli spasmi addominali;
    agisce sulle infiammazioni alle vie respiratorie;
    accelera il metabolismo
    regolarizza l’appetito;
    favorisce la circolazione sanguigna;
    è efficace contro il colesterolo e il diabete, poiché riduce l’accumulo degli zuccheri e dei grassi nel sangue;
    svolge un’azione antiossidante che migliora la condizione dell’organismo;
    lenisce le infiammazioni cutanee;
    riduce la nausea;
    aiuta nel trattamento delle dipendenze;
    è un potente anticonvulsivante.
    Ha capacità immunomodulanti
    Possiede altissime proprietà antiossidanti.
    Ha proprietà antitumorali.
    È in grado di rigenerare le cellule nervose.
    È efficace contro tutti i tipi di neuropatie e protegge le guaine mieliche
    Utilissime nelle malattie neurodegenerative del sistema nervoso centrale
    Favorisce la ridensificazione ossea e può ricostruire le cartilagini

    Sebbene il numero delle attività positive dell’olio di CBD appaia già abbondante in questo modo, c’è da aggiungere che il cannabidiolo viene somministrato anche in caso di epilessia( anche nei bambini ) e Sclerosi Multipla per le sue proprietà antiemetiche e per l'assenza di effetti collaterali.

    Ma com’è possibile che una sola sostanza, ossia l’olio di CBD, faccia così bene?

    All’interno del corpo esiste un sistema che favorisce la comunicazione cellulare e contribuisce al corretto funzionamento delle funzioni vitali, detto sistema endocannabinoide.

    Il cannabidiolo è un fitocannabinoide che attiva e interagisce con la rete di recettori dei cannabinoidi presente nell’organismo, favorendo il suo corretto funzionamento.
    Quando gli endocannabinoidi, ovvero i cannabinoidi prodotti naturalmente dall’organismo, sono scarsi, il corpo tende ad infiammarsi o ad ammalarsi.
    Lo straordinario effetto dell’olio di CBD come antidolorifico è quello di ripristinare l’equilibrio del sistema endocannabinoide, agendo sull’infiammazione e sull’origine della patologia.

    In particolare, i cannabinoidi sono in grado di legarsi con i recettori del sistema nervoso CB1 e CB2, che regolano rispettivamente il funzionamento del sistema nervoso e del sistema immunitario.

    Come si assume l’olio di CBD?

    Il sistema migliore per assumere l’olio di CBD è la via orale; mettendo qualche goccia sotto la lingua, infatti, i benefici dell’olio di CBD sono più intensi ed agiscono in circa 15 minuti.
    Questa modalità di somministrazione è più efficace perché sotto la lingua è una zona particolarmente ricca di vasi sanguigni e il principio attivo arriva velocemente nel sangue, evitando di disperdersi nell’apparato gastrointestinale.

    Per assumere correttamente l’olio di CBD ci si può mettere davanti ad uno specchio per conteggiare il numero corretto delle gocce.

    Affinché il cannabidiolo faccia un maggiore effetto, gli scienziati consigliano di non deglutire immediatamente l’olio ma di trattenerlo in bocca il più possibile.

    Subito prima e dubito dopo la somministrazione di CBD, è meglio non ingerire cibo o acqua, né, tantomeno, fumare e non lavarsi i denti .

    L’uso transdermico del CBD è un’opzione altrettanto valida, poiché il cannabidiolo agisce direttamente sulla parte infiammata, alleviando i dolori e le infiammazioni. L’olio può essere applicato sulle aree doloranti, sulla pelle arrossata o affetta da patologie cutanee, per andare pian piano a risolvere il problema.

    Ma quante gocce di olio di cbd per dormire? E per combattere gli stati d’ansia?

    Prima di assumere CBD è necessario stabilire quale sia il corretto dosaggio dell’olio CBD. Questo, infatti, varia a seconda del peso corporeo, della problematica da trattare e delle concentrazione del prodotto acquistato. Gli scienziati, comunque, consigliano di partire con una dose più bassa per poi aumentare all’occorrenza.

    Ci sono controindicazioni circa l’assunzione dell’olio di CBD?

    Il CBD è una sostanza che generalmente non provoca effetti collaterali se non di lieve entità. L’organismo, infatti, risponde in modo ottimale ai trattamenti a base di cannabidiolo e gli scienziati hanno rilevato solamente alcuni sintomi momentanei e DI SOLITO DOVUTI AD ECCESSIVO DOSAGGIO , come:

    sensazione di sete;
    stanchezza eccessiva e desiderio di dormire;
    cali di pressione;
    disturbi intestinali;
    inappetenza.

    È fondamentale sottolineare che eventuali effetti avversi possono essere evitati scegliendo il miglior olio di CBD disponibile in commercio.
    Con i prodotti di bassa qualità, purtroppo, è più facile che si manifestino reazioni avverse, mentre con un prodotto certificato, coltivato senza concimi e pesticidi chimici l’assunzione è più sicura.

    Un discorso a sé stante va fatto per chi assume medicinali per la cura di patologie specifiche. In tal caso, è di primaria importanza rivolgersi al proprio medico curante per verificare che l’interazione tra le due sostanze non abbia conseguenze spiacevoli.
    Va considerato infatti che il CBD, pur non essendo un farmaco , ha la capacità di agire come i farmaci rafforzandone la loro azione.

    L’uso topico, invece, non ha effetti collaterali. Inoltre il THC spalmato sulla pelle non ha effetto psicotropo.
    MG
    OLIO DI CBD O OLIO DI CANNABIS: ECCO PERCHÉ ASSUMERLO Caratterizzato dall’estrema tolleranza da parte dell’organismo, l’olio di CBD è un prodotto a base di cannabidiolo, un fitocannabinoide dagli innumerevoli effetti benefici sulla salute umana. Negli ultimi anni, il principio attivo è diventato estremamente popolare, tuttavia, sono ancora molti i dubbi su dove acquistare l’olio CBD. Quando il prodotto è di alta qualità non provoca reazioni avverse e, anzi, contribuisce al benessere generale della persona. Tuttavia, per acquistare un prodotto sicuro, è importante rivolgersi ad un brand serio, che abbia prodotti controllati con certificazioni reali. In effetti, questa sostanza, oggetto di crescenti studi da parte degli scienziati, vanta molteplici proprietà positive per la pelle, per il sistema nervoso e per l’apparato cardiocircolatorio. Per cui sono sempre di più gli articoli a base di CBD in commercio e comprendono oli, cosmetici e unguenti. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), non ha effetti psicotropi e non provoca il cosiddetto “sballo”, ma interagisce in maniera positiva con l’organismo, apportando diversi tipi di azioni benefiche. È un antinfiammatorio potente, che agisce sull’origine del malessere e riporta l’organismo in equilibrio. Svolge un’azione immunostimolante, andando a rinforzare le difese immunitarie. Inoltre, allevia l’ansia, la depressione, calma gli spasmi muscolari ed è molto apprezzato come anticonvulsivante. Cos’è l’olio di CBD? Conosciuto anche come CBD oil, l’olio di CBD è un estratto che si ottiene dalle piante di cannabis Sativa, più precisamente dai fiori. Si presenta esattamente come un olio e può assumere le diverse tonalità di verde, giallo o castano, in base alla matrice vegetale di partenza; tuttavia, quando il colore non è particolarmente limpido siamo di fronte ad un olio poco purificato. Deve il suo nome all’altissima concentrazione di cannabidiolo (CBD), uno dei derivati principali della cannabis. Rispetto al THC, questa molecola, non dà effetti psicotici e può essere utilizzata per la preparazione di articoli di vario tipo: tinture, unguenti, oli e cosmetici. Il basso contenuto di THC – nullo nell’olio di CBD broad spectrum – permette di vendere l’olio di cannabidiolo nel totale rispetto della normativa e di assumerlo senza incorrere in particolari pericoli. La legge consente la presenza di THC nell'olio di CBD in una percentuale che va da un minimo dello 0,2 a un massimo dello 0, 5%. Alte percentuali del cannabinoide CBD possono contribuire a ridurre l'effetto psicotropo di bassi dosaggi del cannabinoide THC. Nei farmaci la situazione è diversa: il THC può essere presente in percentuali molto più elevate e può essere prescritto solo da un medico con ricetta non ripetibile. Il cannabidiolo CBD non ha effetti avversi e non è psicotropo anzi è un potente antinfiammatorio , antidolorifico e miorilassante. In commercio è disponibile in diverse concentrazioni in milligrammi , che vanno scelte a seconda della necessità. La differenza più importante da conoscere è quella tra olio di CBD full spectrum e broad spectrum (THC Free): entrambi contengono CBD e altre sostanze naturali della cannabis; tuttavia, il CBD broad spectrum è completamente privo di THC. Attenzione però a non confonderlo con l' olio di semi di canapa. L'olio di semi di canapa non contiene cannabinoidi e viene utilizzato principalmente in cucina, dove si presta ottimamente al condimento degli alimenti. Grazie al suo ricco contenuto di vitamine, minerali e acidi grassi Omega-3 e Omega-6 . Tuttavia, la naturale assenza di CBD non gli conferisce effetti benefici terapeutici, ma può vantare buona attività di prevenzione dell' infiammazione generale. A differenza del cannabinoide THC , dagli effetti psicotropi piuttosto noti, il CBD non è una sostanza psicoattiva e non induce l’effetto sballo. Ha una composizione simile al THC, ma essendo privo di effetto drogante, si può utilizzare per la cura di diverse problematiche senza il rischio di effetti collaterali o psicotropi. Costituisce una valida efficace alternativa naturale agli analgesici per il dolore cronico. Ciò che ha decretato il successo dei prodotti a base di CBD è la lunga lista di proprietà benefiche che ha sull’organismo: 🟩calma i dolori; 🟩lenisce le infiammazioni; 🟩rilassa i muscoli e le tensioni; 🟩allevia l’ansia e la depressione; 🟩tratta il mal di testa e la cefalea a grappolo; 🟩dà sollievo contro i dolori mestruali e può trattare varie patologie del sistema urogenitale. 🟩favorisce il recupero dopo l’attività fisica; 🟩riduce gli spasmi addominali; 🟩agisce sulle infiammazioni alle vie respiratorie; 🟩accelera il metabolismo 🟩regolarizza l’appetito; 🟩favorisce la circolazione sanguigna; 🟩è efficace contro il colesterolo e il diabete, poiché riduce l’accumulo degli zuccheri e dei grassi nel sangue; 🟩svolge un’azione antiossidante che migliora la condizione dell’organismo; 🟩lenisce le infiammazioni cutanee; 🟩riduce la nausea; 🟩aiuta nel trattamento delle dipendenze; 🟩è un potente anticonvulsivante. 🟩 Ha capacità immunomodulanti 🟩Possiede altissime proprietà antiossidanti. 🟩 Ha proprietà antitumorali. 🟩 È in grado di rigenerare le cellule nervose. 🟩 È efficace contro tutti i tipi di neuropatie e protegge le guaine mieliche 🟩 Utilissime nelle malattie neurodegenerative del sistema nervoso centrale 🟩 Favorisce la ridensificazione ossea e può ricostruire le cartilagini Sebbene il numero delle attività positive dell’olio di CBD appaia già abbondante in questo modo, c’è da aggiungere che il cannabidiolo viene somministrato anche in caso di epilessia( anche nei bambini ) e Sclerosi Multipla per le sue proprietà antiemetiche e per l'assenza di effetti collaterali. Ma com’è possibile che una sola sostanza, ossia l’olio di CBD, faccia così bene? All’interno del corpo esiste un sistema che favorisce la comunicazione cellulare e contribuisce al corretto funzionamento delle funzioni vitali, detto sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo è un fitocannabinoide che attiva e interagisce con la rete di recettori dei cannabinoidi presente nell’organismo, favorendo il suo corretto funzionamento. Quando gli endocannabinoidi, ovvero i cannabinoidi prodotti naturalmente dall’organismo, sono scarsi, il corpo tende ad infiammarsi o ad ammalarsi. Lo straordinario effetto dell’olio di CBD come antidolorifico è quello di ripristinare l’equilibrio del sistema endocannabinoide, agendo sull’infiammazione e sull’origine della patologia. In particolare, i cannabinoidi sono in grado di legarsi con i recettori del sistema nervoso CB1 e CB2, che regolano rispettivamente il funzionamento del sistema nervoso e del sistema immunitario. Come si assume l’olio di CBD? Il sistema migliore per assumere l’olio di CBD è la via orale; mettendo qualche goccia sotto la lingua, infatti, i benefici dell’olio di CBD sono più intensi ed agiscono in circa 15 minuti. Questa modalità di somministrazione è più efficace perché sotto la lingua è una zona particolarmente ricca di vasi sanguigni e il principio attivo arriva velocemente nel sangue, evitando di disperdersi nell’apparato gastrointestinale. Per assumere correttamente l’olio di CBD ci si può mettere davanti ad uno specchio per conteggiare il numero corretto delle gocce. Affinché il cannabidiolo faccia un maggiore effetto, gli scienziati consigliano di non deglutire immediatamente l’olio ma di trattenerlo in bocca il più possibile. Subito prima e dubito dopo la somministrazione di CBD, è meglio non ingerire cibo o acqua, né, tantomeno, fumare e non lavarsi i denti . L’uso transdermico del CBD è un’opzione altrettanto valida, poiché il cannabidiolo agisce direttamente sulla parte infiammata, alleviando i dolori e le infiammazioni. L’olio può essere applicato sulle aree doloranti, sulla pelle arrossata o affetta da patologie cutanee, per andare pian piano a risolvere il problema. Ma quante gocce di olio di cbd per dormire? E per combattere gli stati d’ansia? Prima di assumere CBD è necessario stabilire quale sia il corretto dosaggio dell’olio CBD. Questo, infatti, varia a seconda del peso corporeo, della problematica da trattare e delle concentrazione del prodotto acquistato. Gli scienziati, comunque, consigliano di partire con una dose più bassa per poi aumentare all’occorrenza. Ci sono controindicazioni circa l’assunzione dell’olio di CBD? Il CBD è una sostanza che generalmente non provoca effetti collaterali se non di lieve entità. L’organismo, infatti, risponde in modo ottimale ai trattamenti a base di cannabidiolo e gli scienziati hanno rilevato solamente alcuni sintomi momentanei e DI SOLITO DOVUTI AD ECCESSIVO DOSAGGIO , come: 🔺sensazione di sete; 🔺stanchezza eccessiva e desiderio di dormire; 🔺cali di pressione; 🔺disturbi intestinali; 🔺inappetenza. È fondamentale sottolineare che eventuali effetti avversi possono essere evitati scegliendo il miglior olio di CBD disponibile in commercio. Con i prodotti di bassa qualità, purtroppo, è più facile che si manifestino reazioni avverse, mentre con un prodotto certificato, coltivato senza concimi e pesticidi chimici l’assunzione è più sicura. Un discorso a sé stante va fatto per chi assume medicinali per la cura di patologie specifiche. In tal caso, è di primaria importanza rivolgersi al proprio medico curante per verificare che l’interazione tra le due sostanze non abbia conseguenze spiacevoli. Va considerato infatti che il CBD, pur non essendo un farmaco , ha la capacità di agire come i farmaci rafforzandone la loro azione. L’uso topico, invece, non ha effetti collaterali. Inoltre il THC spalmato sulla pelle non ha effetto psicotropo. MG
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  • Olio di CBD? Cos'e??

    Il CBD è il principale componente non psicoattivo della CANNABIS SATIVA. Estratto , senza solventi chimici , DALLE RESINE DELLE INFIORESCENZE SECCHE FEMMINILI della cannabis sativa

    (QUALUNQUE ALTRO OLIO ESTRATTO DAI SEMI DELLA PIANTA È DA CONSIDERARSI UN OLIO PER USO ALIMENTARE E NON UN OLIO A BASE DI CBD TERAPEUTICO, ma ottimo in cucina perché ricchissimo in omega 3.)

    Secondo uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Clinical Pharmacology, i vantaggi del CBD sono molteplici:
    ANTINFIAMMATORIO
    ANTICONVULSIVO
    ANTIOSSIDANTE
    ANTIEMETICO
    ANSIOLITICO
    ANTIPSICOTICO
    ANTIDOLORIFICO

    E’ inoltre è un potenziale per il trattamento della neuroinfiammazione, EPILESSIA , VOMITO e NAUSEA, ANSIA DEPRESSIONE e SCHIZOFRENIA.
    Va fatto notare, prima di trattare in dettaglio i benefici del CBD, che la cannabis che alcuni usano a scopo ricreativo ovvero fumandola, viene coltivata in tipologie che hanno alte quantità di THC e molto basse di CBD.
    IL CBD riduce gli effetti psicotici del THC.
    Per questo motivo fumare la marijuana non significa avere i benefici trattati in questo post.
    Qui trattiamo i benefici dimostrati del solo CBD (che è quello che troviamo in commercio e possiamo usare a scopo terapeutico).
    16 BENEFICI SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATI DEL CBD:

    1. TRATTA IL CANCRO. Diverse relazioni scientifiche dimostrano che tra i vantaggi del cannabidiolo c’è anche quello di avere effetti proapoptotici e antiproliferativi che inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali. Uno studio del 2006 pubblicato nel Journal of Pharmacology e Experimental Therapeutics ha rilevato che il cannabidiolo ha inibito la crescita di diverse linee cellulari di tumore al seno. Nel 2011, i ricercatori hanno scoperto il meccanismo cellulare attraverso il quale il CBD induce la morte cellulare nelle cellule del cancro al seno. Hanno inoltre scoperto che le concentrazioni efficaci di CBD nelle cellule tumorali hanno poco effetto sulle cellule mammarie non tumorali. Il CBD si comporta come un composto non tossico e gli studi dimostrano che dosi di 700 milligrammi al giorno per 6 settimane non hanno presentato alcuna tossicità nell’uomo, suggerendo che possa essere utilizzato come trattamento prolungato. Non solo, la ricerca ha dimostrato che il CBD è in grado di inibire l’espansione del cancro del polmone e del colon. Ha proprietà anti-tumorali negli gliomi è stato usato con successo in uno studio anche per trattare la LEUCEMIA. E’ dimostrato da due studi anche che il CBD è in grado di fermare le cellule cancerose del tumore cervicale ovvero il cancro che colpisce il collo dell’utero che è il secondo tipo di tumore più diffuso tra le donne, dopo quello al seno. I meccanismi attraverso il quale il CBD lavora contro il cancro sono tre:
    1) Il CBD riduce la capacità delle cellule tumorali di produrre energia, portando alla loro morte. (studio)
    2) Il trattamento con CBD aiuta le cellule killer attivate da linfochine (LAK) a uccidere meglio le cellule tumorali. (studio)
    3) Il CBD blocca la segnalazione CPR55, diminuendo la proliferazione delle cellule tumorali.

    2. ALLEVIA IL DOLORE.
    Tra i vantaggi del CBD, la sua proprietà di analgesico naturale è sicuramente in cima alla lista. Prove scientifiche suggeriscono che i cannabinoidi possono rivelarsi utili nel trattamento del dolore, inibendo la trasmissione neuronale nei percorsi del dolore. Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Medicine ha rilevato che il cannabidiolo ha soppresso in modo significativo il dolore infiammatorio e neuropatico cronico nei roditori senza l’utilizzo di analgesici. I ricercatori suggeriscono che il CBD e altri componenti non psicoattivi della marijuana possono rappresentare una nuova classe di strumenti terapeutici per il trattamento del dolore cronico. Secondo una meta-analisi del 2007 condotta in Canada, la combinazione di CBD e THC sottoforma di spray orale è risultata efficace nel trattamento del dolore neuropatico nella sclerosi multipla, che può essere debilitante per il 50-70 per cento dei pazienti con SCLEROSI MULTIPLA.

    3. RIDUCE L'INFIAMMAZIONE ED È QUINDI UN POTENTE ANTIDOLORIFICO .
    A causa del suo ruolo antinfiammatorio, il CBD è un agente terapeutico molto promettente per una varietà di disturbi infiammatori e quindi anche di tutti i disturbi. autoimmuni.
    Come antidolorifico agisce anche attraverso la pelle applicato per uso topico, sia per il dolore acuto che cronico.

    4. MIGLIORA NOTEVOLMENTE I SINTOMI DELLA SCHIZOFRENIA.
    La ricerca mostra che i vantaggi del CBD includono gli effetti antipsicotici ma ancora non si conosce il meccanismo attraverso cui svolge questa azione. Sembra avere un profilo farmacologico simile a quello di farmaci antipsicotici atipici, come si è visto utilizzando varie tecniche comportamentali e neurochimiche in studi su animali. Inoltre, gli studi dimostrano che il cannabidiolo inibisce la psicosi sperimentale umana e si è dimostrato efficace in studi clinici su pazienti con schizofrenia. E’ importante rimuovere lo zucchero dalla propria dieta se si soffre di schizofrenia. ( Cereali e farinacei TUTTI)

    5. RIDUCE L'ANSIA.
    Gli studi che utilizzano modelli animali di ansia e che coinvolgono volontari sani suggeriscono chiaramente un effetto ansiolitico del CBD. Il Cannabidiolo ha dimostrato di ridurre l’ansia nei pazienti con un disturbo d’ansia sociale e i ricercatori suggeriscono che possa anche essere efficace per gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo compulsivo, l’ansia sociale e il disturbo da stress post-traumatico. Uno studio del 2011 ha avuto lo scopo di confrontare gli effetti di una simulazione di public speaking su pazienti sani e su pazienti in trattamento con disturbo d’ansia sociale. Ad un totale di 24 pazienti non trattati con disturbo d’ansia sociale è stato somministrato il CBD o placebo 1 ora e mezza prima della prova di public speaking. I ricercatori hanno scoperto che il pre-trattamento con CBD ha ridotto significativamente l’ansia, la disfunzione cognitiva e il disagio nella loro prestazione e ha significativamente ridotto lo stato di allerta in previsione del loro discorso. Il gruppo placebo ha presentato una maggiore ansia, un indebolimento cognitivo e un senso di disagio. Un altro studio ha dimostrato che il CBD è una terapia potenziale per il disturbo da stress post-traumatico.

    6. E’ OTTIMO PER TRATTARE L' EPILESSIA.
    Il CBD può essere una promettente terapia per l’epilessia resistente al trattamento farmacologico, come dimostrato da diversi studi. In uno studio survey report che includeva genitori di bambini con epilessia resistente ai trattamenti, l’84% dei genitori ha riportato una riduzione della frequenza di crisi epilettiche del loro bambino grazie all’assunzione di CBD. Questi bambini hanno anche sperimentato una maggiore attenzione, un migliore stato d’animo e un sonno migliore. Sonnolenza e fatica si sono verificati come effetti collaterali. In un altro studio, dopo 3 mesi di trattamento con un estratto purificato del 98% a base di olio CBD, il 39% dei bambini con epilessia resistente al trattamento aveva una riduzione di oltre il 50% delle crisi epilettiche. Ancora un altro studio ha analizzato 8 pazienti affetti da epilessia secondaria resistente a farmaci antiepilettici e 7 su 8 avevano migliorato lo stato di malattia dopo aver ricevuto 200-300 mg / d di cannabidiolo per un periodo di 4,5 mesi.

    7. PROTEGGE DALLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE
    . E’ stato scoperto che il CBD è in grado di impedire gli effetti tossici del neurotrasmettitore glutammato e delle specie di ossigeno radicale (ROS) nel cervello, impedendo così la morte delle cellule cerebrali. E’ dimostrato che il CBD ha un’attività antiossidante maggiore della vitamina C (acido ascorbico) o della vitamina E (α-tocoferolo)!! Il CBD può anche proteggere le cellule del cervello dalla tossicità beta-amiloide, rendendolo un potenziale agente terapeutico nella malattia di ALZHEIMER e di PARKINSON .
    Il cannabidiolo, secondo i risultati di una ricerca, può anche proteggere il cervello dall’ISCHEMIA.
    I primi studi umani hanno mostrato un miglioramento nei pazienti con malattia di Parkinson trattati con la dose di 100-600 mg / die di cannabidiolo durante un periodo di 6 settimane. Il CBD, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti, può essere un agente promettente per trattare e prolungare la sopravvivenza nei pazienti affetti da sclerosi laterale amyotrofica (ALS) come dimostrato da molti studi.

    8. ALLEVIA La NAUSEA.
    La cannabis è stata usata per secoli come antinausea e antivomito.
    La ricerca negli studi sugli animali ha rivelato che tra gli oltre 80 composti di cannabinoidi trovati nella marijuana, sia il THC che il CBD aiutano a contrastare la nausea e il vomito. Uno studio sui ratti del 2012 pubblicato nel British Journal of Pharmacology ha scoperto che i vantaggi del CBD includono effetti antinausea ed effetti antiemetici. I ricercatori hanno scoperto che il cannabidiolo agisce in maniera bifasica, il che significa che in dosi basse sopprime il vomito indotto dalla tossina, ma in dosi elevate può aumentare la nausea oppure non avere alcun effetto.

    9.TRATTA E RIDUCE l’ INCIDENZA DEL DIABETE.
    Uno studio del 2006 ha rilevato che il trattamento con CBD ha ridotto significativamente l’incidenza del diabete in topi diabetici non obesi, da un’incidenza del 86% in topi non trattati ad un’incidenza del 30% nei topi trattati con CBD. I vantaggi del CBD hanno inoltre mostrato una significativa riduzione dei livelli plasmatici di citochine pro-infiammatorie. Un esame istologico degli isolotti pancreatici dei topi trattati con CBD ha rivelato un’insulite significativamente ridotta. Nel 2013, l’American Journal of Medicine ha pubblicato uno studio che ha evidenziato l’impatto dell’uso di marijuana sulla resistenza al glucosio, all’insulina e all’insulino-resistenza tra gli adulti americani. Lo studio ha incluso 4.657 uomini e donne adulti del National Health and Nutritional Examination Survey dal 2005 al 2010. Tra i partecipanti, 579 erano consumatori di marijuana nel momento dello studio e 1.975 erano stati consumatori nel passato. I ricercatori hanno scoperto che l’uso corrente di cannabis è stato associato ad un livello del 16% più basso di insulina a digiuno. Hanno anche scoperto associazioni significative tra l’uso di cannabis e una minor circonferenza dei fianchi, un fattore legato all’insorgenza dei sintomi del diabete.

    10. PROMUOVE LA SALUTE CARDIOVASCOLARE
    . Uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Clinical Pharmacology riporta che il CBD protegge dai danni vascolari causati da un elevato livello di glucosio, da infiammazioni o da diabete di tipo 2; inoltre, il CBD ha dimostrato essere in grado di ridurre l’iperpermeabilità vascolare (che provoca la sindrome da permeabilità intestinale).

    11. TRATTAMENTO DELLA SCLEROSI MULTIPLA. Molteplici studi ha dimostrato che la combinazione di CBD e THC, è efficace e ben tollerata nel trattamento della contrazione muscolare, del dolore, dei disturbi del sonno e dell’incontinenza urinaria nelle persone con sclerosi multipla.

    12. ARTRITE REUMATOIDE.
    A causa del suo effetto antinfiammatorio, i cannabinoidi possono fornire sollievo dal dolore alle articolazioni e dal gonfiore, e diminuire la distruzione congiunta e la progressione della malattia. E’ dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danno gravi, diminuisce la progressione, migliora il movimento, la qualità del sonno e riduce l’infiammazione in sole 5 settimane.

    13. MIGLIORA il SONNO.
    La ricerca suggerisce che assumere cannabidiolo, migliora il sonno nelle persone con insonnia, anche cronica.

    14. RIDUCE e TRATTA L' ACNE e LA PSORIASI.
    Ci sono diversi studi che mostrano che il cannabidiolo svolge queste azioni benefiche, agendo anche applicato sulla pelle.

    15. TRATTA E RIDUCE LA DEPRESSIONE.
    Secondo i ricercatori, il CBD ha efficacia di antidepressivo.
    Uno studio ha scoperto che gli effetti antidepressivi del cannabidiolo sono veloci, continui nel tempo e paragonabili a un comune farmaco antidepressivo.

    16. RIDUCE LE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (IBD).
    Gli studi hanno confermato che la CBD impedisce la colite nei modelli animali. La combinazione di CBD e THC può ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi di IBD come dolore addominale, diarrea e riduzione dell’appetito secondo una ricerca. Gli studi hanno anche dimostrato che cannabidiolo può essere un buon candidato per normalizzare la motilità dell’intestino nei pazienti con malattia intestinale infiammatoria. Il CBD può ridurre la gravità dell’infiammazione dell’intestino.
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    Olio di CBD? Cos'e??🌿🌿🌿🌿🌿 Il CBD è il principale componente non psicoattivo della CANNABIS SATIVA. Estratto , senza solventi chimici , DALLE RESINE DELLE INFIORESCENZE SECCHE FEMMINILI della cannabis sativa 🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿 (QUALUNQUE ALTRO OLIO ESTRATTO DAI SEMI DELLA PIANTA È DA CONSIDERARSI UN OLIO PER USO ALIMENTARE E NON UN OLIO A BASE DI CBD TERAPEUTICO, ma ottimo in cucina perché ricchissimo in omega 3.) 🌿🌿🌿🌿🌿 Secondo uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Clinical Pharmacology, i vantaggi del CBD sono molteplici: ANTINFIAMMATORIO ANTICONVULSIVO ANTIOSSIDANTE ANTIEMETICO ANSIOLITICO ANTIPSICOTICO ANTIDOLORIFICO 🌿 E’ inoltre è un potenziale per il trattamento della neuroinfiammazione, EPILESSIA , VOMITO e NAUSEA, ANSIA DEPRESSIONE e SCHIZOFRENIA. Va fatto notare, prima di trattare in dettaglio i benefici del CBD, che la cannabis che alcuni usano a scopo ricreativo ovvero fumandola, viene coltivata in tipologie che hanno alte quantità di THC e molto basse di CBD. IL CBD riduce gli effetti psicotici del THC. Per questo motivo fumare la marijuana non significa avere i benefici trattati in questo post. Qui trattiamo i benefici dimostrati del solo CBD (che è quello che troviamo in commercio e possiamo usare a scopo terapeutico).🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿 16 BENEFICI SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATI DEL CBD: 1. TRATTA IL CANCRO. Diverse relazioni scientifiche dimostrano che tra i vantaggi del cannabidiolo c’è anche quello di avere effetti proapoptotici e antiproliferativi che inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali. Uno studio del 2006 pubblicato nel Journal of Pharmacology e Experimental Therapeutics ha rilevato che il cannabidiolo ha inibito la crescita di diverse linee cellulari di tumore al seno. Nel 2011, i ricercatori hanno scoperto il meccanismo cellulare attraverso il quale il CBD induce la morte cellulare nelle cellule del cancro al seno. Hanno inoltre scoperto che le concentrazioni efficaci di CBD nelle cellule tumorali hanno poco effetto sulle cellule mammarie non tumorali. Il CBD si comporta come un composto non tossico e gli studi dimostrano che dosi di 700 milligrammi al giorno per 6 settimane non hanno presentato alcuna tossicità nell’uomo, suggerendo che possa essere utilizzato come trattamento prolungato. Non solo, la ricerca ha dimostrato che il CBD è in grado di inibire l’espansione del cancro del polmone e del colon. Ha proprietà anti-tumorali negli gliomi è stato usato con successo in uno studio anche per trattare la LEUCEMIA. E’ dimostrato da due studi anche che il CBD è in grado di fermare le cellule cancerose del tumore cervicale ovvero il cancro che colpisce il collo dell’utero che è il secondo tipo di tumore più diffuso tra le donne, dopo quello al seno. I meccanismi attraverso il quale il CBD lavora contro il cancro sono tre: 1) Il CBD riduce la capacità delle cellule tumorali di produrre energia, portando alla loro morte. (studio) 2) Il trattamento con CBD aiuta le cellule killer attivate da linfochine (LAK) a uccidere meglio le cellule tumorali. (studio) 3) Il CBD blocca la segnalazione CPR55, diminuendo la proliferazione delle cellule tumorali. 2. ALLEVIA IL DOLORE. Tra i vantaggi del CBD, la sua proprietà di analgesico naturale è sicuramente in cima alla lista. Prove scientifiche suggeriscono che i cannabinoidi possono rivelarsi utili nel trattamento del dolore, inibendo la trasmissione neuronale nei percorsi del dolore. Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Medicine ha rilevato che il cannabidiolo ha soppresso in modo significativo il dolore infiammatorio e neuropatico cronico nei roditori senza l’utilizzo di analgesici. I ricercatori suggeriscono che il CBD e altri componenti non psicoattivi della marijuana possono rappresentare una nuova classe di strumenti terapeutici per il trattamento del dolore cronico. Secondo una meta-analisi del 2007 condotta in Canada, la combinazione di CBD e THC sottoforma di spray orale è risultata efficace nel trattamento del dolore neuropatico nella sclerosi multipla, che può essere debilitante per il 50-70 per cento dei pazienti con SCLEROSI MULTIPLA. 3. RIDUCE L'INFIAMMAZIONE ED È QUINDI UN POTENTE ANTIDOLORIFICO . A causa del suo ruolo antinfiammatorio, il CBD è un agente terapeutico molto promettente per una varietà di disturbi infiammatori e quindi anche di tutti i disturbi. autoimmuni. Come antidolorifico agisce anche attraverso la pelle applicato per uso topico, sia per il dolore acuto che cronico. 4. MIGLIORA NOTEVOLMENTE I SINTOMI DELLA SCHIZOFRENIA. La ricerca mostra che i vantaggi del CBD includono gli effetti antipsicotici ma ancora non si conosce il meccanismo attraverso cui svolge questa azione. Sembra avere un profilo farmacologico simile a quello di farmaci antipsicotici atipici, come si è visto utilizzando varie tecniche comportamentali e neurochimiche in studi su animali. Inoltre, gli studi dimostrano che il cannabidiolo inibisce la psicosi sperimentale umana e si è dimostrato efficace in studi clinici su pazienti con schizofrenia. E’ importante rimuovere lo zucchero dalla propria dieta se si soffre di schizofrenia. ( Cereali e farinacei TUTTI) 5. RIDUCE L'ANSIA. Gli studi che utilizzano modelli animali di ansia e che coinvolgono volontari sani suggeriscono chiaramente un effetto ansiolitico del CBD. Il Cannabidiolo ha dimostrato di ridurre l’ansia nei pazienti con un disturbo d’ansia sociale e i ricercatori suggeriscono che possa anche essere efficace per gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo compulsivo, l’ansia sociale e il disturbo da stress post-traumatico. Uno studio del 2011 ha avuto lo scopo di confrontare gli effetti di una simulazione di public speaking su pazienti sani e su pazienti in trattamento con disturbo d’ansia sociale. Ad un totale di 24 pazienti non trattati con disturbo d’ansia sociale è stato somministrato il CBD o placebo 1 ora e mezza prima della prova di public speaking. I ricercatori hanno scoperto che il pre-trattamento con CBD ha ridotto significativamente l’ansia, la disfunzione cognitiva e il disagio nella loro prestazione e ha significativamente ridotto lo stato di allerta in previsione del loro discorso. Il gruppo placebo ha presentato una maggiore ansia, un indebolimento cognitivo e un senso di disagio. Un altro studio ha dimostrato che il CBD è una terapia potenziale per il disturbo da stress post-traumatico. 6. E’ OTTIMO PER TRATTARE L' EPILESSIA. Il CBD può essere una promettente terapia per l’epilessia resistente al trattamento farmacologico, come dimostrato da diversi studi. In uno studio survey report che includeva genitori di bambini con epilessia resistente ai trattamenti, l’84% dei genitori ha riportato una riduzione della frequenza di crisi epilettiche del loro bambino grazie all’assunzione di CBD. Questi bambini hanno anche sperimentato una maggiore attenzione, un migliore stato d’animo e un sonno migliore. Sonnolenza e fatica si sono verificati come effetti collaterali. In un altro studio, dopo 3 mesi di trattamento con un estratto purificato del 98% a base di olio CBD, il 39% dei bambini con epilessia resistente al trattamento aveva una riduzione di oltre il 50% delle crisi epilettiche. Ancora un altro studio ha analizzato 8 pazienti affetti da epilessia secondaria resistente a farmaci antiepilettici e 7 su 8 avevano migliorato lo stato di malattia dopo aver ricevuto 200-300 mg / d di cannabidiolo per un periodo di 4,5 mesi. 7. PROTEGGE DALLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE . E’ stato scoperto che il CBD è in grado di impedire gli effetti tossici del neurotrasmettitore glutammato e delle specie di ossigeno radicale (ROS) nel cervello, impedendo così la morte delle cellule cerebrali. E’ dimostrato che il CBD ha un’attività antiossidante maggiore della vitamina C (acido ascorbico) o della vitamina E (α-tocoferolo)!! Il CBD può anche proteggere le cellule del cervello dalla tossicità beta-amiloide, rendendolo un potenziale agente terapeutico nella malattia di ALZHEIMER e di PARKINSON . Il cannabidiolo, secondo i risultati di una ricerca, può anche proteggere il cervello dall’ISCHEMIA. I primi studi umani hanno mostrato un miglioramento nei pazienti con malattia di Parkinson trattati con la dose di 100-600 mg / die di cannabidiolo durante un periodo di 6 settimane. Il CBD, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti, può essere un agente promettente per trattare e prolungare la sopravvivenza nei pazienti affetti da sclerosi laterale amyotrofica (ALS) come dimostrato da molti studi. 8. ALLEVIA La NAUSEA. La cannabis è stata usata per secoli come antinausea e antivomito. La ricerca negli studi sugli animali ha rivelato che tra gli oltre 80 composti di cannabinoidi trovati nella marijuana, sia il THC che il CBD aiutano a contrastare la nausea e il vomito. Uno studio sui ratti del 2012 pubblicato nel British Journal of Pharmacology ha scoperto che i vantaggi del CBD includono effetti antinausea ed effetti antiemetici. I ricercatori hanno scoperto che il cannabidiolo agisce in maniera bifasica, il che significa che in dosi basse sopprime il vomito indotto dalla tossina, ma in dosi elevate può aumentare la nausea oppure non avere alcun effetto. 9.TRATTA E RIDUCE l’ INCIDENZA DEL DIABETE. Uno studio del 2006 ha rilevato che il trattamento con CBD ha ridotto significativamente l’incidenza del diabete in topi diabetici non obesi, da un’incidenza del 86% in topi non trattati ad un’incidenza del 30% nei topi trattati con CBD. I vantaggi del CBD hanno inoltre mostrato una significativa riduzione dei livelli plasmatici di citochine pro-infiammatorie. Un esame istologico degli isolotti pancreatici dei topi trattati con CBD ha rivelato un’insulite significativamente ridotta. Nel 2013, l’American Journal of Medicine ha pubblicato uno studio che ha evidenziato l’impatto dell’uso di marijuana sulla resistenza al glucosio, all’insulina e all’insulino-resistenza tra gli adulti americani. Lo studio ha incluso 4.657 uomini e donne adulti del National Health and Nutritional Examination Survey dal 2005 al 2010. Tra i partecipanti, 579 erano consumatori di marijuana nel momento dello studio e 1.975 erano stati consumatori nel passato. I ricercatori hanno scoperto che l’uso corrente di cannabis è stato associato ad un livello del 16% più basso di insulina a digiuno. Hanno anche scoperto associazioni significative tra l’uso di cannabis e una minor circonferenza dei fianchi, un fattore legato all’insorgenza dei sintomi del diabete. 10. PROMUOVE LA SALUTE CARDIOVASCOLARE . Uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Clinical Pharmacology riporta che il CBD protegge dai danni vascolari causati da un elevato livello di glucosio, da infiammazioni o da diabete di tipo 2; inoltre, il CBD ha dimostrato essere in grado di ridurre l’iperpermeabilità vascolare (che provoca la sindrome da permeabilità intestinale). 11. TRATTAMENTO DELLA SCLEROSI MULTIPLA. Molteplici studi ha dimostrato che la combinazione di CBD e THC, è efficace e ben tollerata nel trattamento della contrazione muscolare, del dolore, dei disturbi del sonno e dell’incontinenza urinaria nelle persone con sclerosi multipla. 12. ARTRITE REUMATOIDE. A causa del suo effetto antinfiammatorio, i cannabinoidi possono fornire sollievo dal dolore alle articolazioni e dal gonfiore, e diminuire la distruzione congiunta e la progressione della malattia. E’ dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danno gravi, diminuisce la progressione, migliora il movimento, la qualità del sonno e riduce l’infiammazione in sole 5 settimane. 13. MIGLIORA il SONNO. La ricerca suggerisce che assumere cannabidiolo, migliora il sonno nelle persone con insonnia, anche cronica. 14. RIDUCE e TRATTA L' ACNE e LA PSORIASI. Ci sono diversi studi che mostrano che il cannabidiolo svolge queste azioni benefiche, agendo anche applicato sulla pelle. 15. TRATTA E RIDUCE LA DEPRESSIONE. Secondo i ricercatori, il CBD ha efficacia di antidepressivo. Uno studio ha scoperto che gli effetti antidepressivi del cannabidiolo sono veloci, continui nel tempo e paragonabili a un comune farmaco antidepressivo. 16. RIDUCE LE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (IBD). Gli studi hanno confermato che la CBD impedisce la colite nei modelli animali. La combinazione di CBD e THC può ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi di IBD come dolore addominale, diarrea e riduzione dell’appetito secondo una ricerca. Gli studi hanno anche dimostrato che cannabidiolo può essere un buon candidato per normalizzare la motilità dell’intestino nei pazienti con malattia intestinale infiammatoria. Il CBD può ridurre la gravità dell’infiammazione dell’intestino. 🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿🌿 FACCIAMOCI SALVARE DALL' OLIO DI CANAPA. Chiedimi info al 338 2922472 whatsapp Per acquistare l Olio di CBD Sicuro e certificato.
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  • L’OLIO. CBD PUÒ DAVVERO AIUTARE a COMBATTERE L' INSONNIA?
    LA RISPOSTA È: SI!

    L’insonnia è uno dei disturbi del sonno più comuni.
    Anche se di solito è un problema temporaneo, può diventare cronico e incidere gravemente sulla vita del paziente. I problemi del sonno possono avere diverse cause, ma le più comuni sono lo stress e l’ansia.
    Il trattamento non è facile e se i problema peggiora, richiede la somministrazione di potenti farmaci che possono produrre effetti collaterali e creare dipendenza.

    Studi recenti DIMOSTRANO L'EFFICACIA DEL CBD nel TRATTAMENTO DELLE CONDIZIONI LEGATE AL
    SONNO. Il cannabidiolo o CBD è efficace nel ridurre l’ansia e nel migliorare la qualità del sonno.
    È SICURO, NON CREA DIPENDENZA E NON PRODUCE EFFETTI COLLATERALI.

    La scarsa qualità o la mancanza di sonno possono avere gravi conseguenze nella vita quotidiana. Stanchezza, mancanza di concentrazione o anche disturbi mentali come la depressione possono essere il risultato dell’insonnia. Si stima che fino al 30% della popolazione soffra di problemi legati al sonno.

    Combattere l’insonnia può essere estenuante e frustrante. L’origine è normalmente di tipo nervoso, lo stress è la causa principale dell’insonnia ma non l’unica. La depressione, l’ansia, i problemi emotivi o uno stile di vita inadeguato con continui cambiamenti di programma, possono portare a gravi insonnie.

    Quando il problema diventa cronico e si aggrava, si suggerisce un trattamento farmacologico con sedativi, ipnotici, ansiolitici e altri farmaci simili. Il problema di questo tipo di trattamento sono gli effetti collaterali e dipendenza che possono causare. Nella società odierna, e soprattutto nei paesi sviluppati, la dipendenza dai sonniferi è diventata un grave problema di salute pubblica.

    Come usare il CBD contro l’insonnia?
    Il cannabidiolo è una parte della pianta di cannabis. Isolato da esso, il CBD non ha effetti psicoattivi. Al contrario, le sue proprietà medicinali sono sorprendenti per l’intera comunità scientifica mondiale.

    Il nostro corpo ha un sistema endocannabinoide che genera cannabinoidi. Questi composti, insieme ai recettori situati in tutto il sistema nervoso, regolano un gran numero di funzioni e processi corporei, per esempio l’appetito, il dolore, l’umore e i cicli del sonno. Il CBD interagisce con il nostro sistema endocannabinoide, e la sua maggiore concentrazione genera effetti molto benefici per il nostro corpo.

    Secondo alcuni studi, una delle principali proprietà del Cannabidiolo o del CBD è quella di ridurre l’ansia, che spesso è la causa dei problemi di insonnia. Inoltre, il CBD regola il corretto avanzamento delle diverse fasi del sonno, favorendo un sonno più profondo e un migliore riposo.

    La somministrazione di olio di CBD in dosi controllate può aiutare ad eliminare i problemi di insonnia e ottenere un migliore riposo. Alcuni studi dimostrano che può essere più sicuro dei sonniferi, perché non crea dipendenza e non richiede particolari istruzioni.

    Se volete sapere, quante gocce di CBD dovete prendere per dormire meglio o qual è la dose raccomandata di CBD per ogni persona, non c’è una risposta precisa.
    È necessario prendere in considerazione età, peso e altri fattori, così come la struttura del sistema endocannabinoide. Dipenderà anche dalla concentrazione di CBD che ha l’olio. Si raccomanda di iniziare con qualche goccia e di aumentare il dosaggio fino a raggiungere l’effetto desiderato. La maggior parte dei pazienti inizia a notare un miglioramento con poche gocce del prodotto.
    Numerosi studi scientifici e articoli sostengono l’efficacia del Cannabidiolo nel trattamento dell’ansia e dei problemi legati al sonno.

    La revisione degli studi preclinici nei roditori e degli studi clinici nei pazienti umani sul potenziale terapeutico del CBD nel trattamento dei disturbi psichiatrici, incluso lo stress post-traumatico e l’ansia, è molto interessante. La revisione era condotta da Cristina Campos e dal suo team. È stata dimostrata l’efficacia del CBD nel trattamento di questo tipo di disturbi.
    Nel 2006, un gruppo di ricercatori dell’Università Nazionale Autonoma del Messico ha dimostrato l’efficacia del CBD nel regolare i cicli del sonno nei ratti da laboratorio.
    Nel 2013 un altro interessante studio preclinico sui ratti, condotto presso l’Università di San Paolo del Brasile, conclude che il CBD è in grado di aumentare il tempo del sonno e la qualità del sonno.
    Olio CBD per dormire meglio
    Grazie agli effetti calmanti della CBD e al suo coinvolgimento nella regolazione delle fasi del sonno, il Cannabidiolo è un ottimo rimedio naturale per curare l’insonnia. La maggior parte degli ansiolitici e dei sonniferi produce forti effetti collaterali e, quel che è peggio, può causare forti dipendenze. Il CBD ha dimostrato non solo la sua efficacia ma anche la sua sicurezza, poiché non produce effetti collaterali negativi e può essere somministrato anche in dosi elevate senza creare alcun tipo di dipendenza. Molti pazienti concordano sul fatto che la molecola CBD agisce come soluzione naturale ai loro problemi di insonnia.
    Per avere ulteriori informazioni e consigli sul prodotto da utilizzare contattami
    L’OLIO. CBD PUÒ DAVVERO AIUTARE a COMBATTERE L' INSONNIA? LA RISPOSTA È: SI! L’insonnia è uno dei disturbi del sonno più comuni. Anche se di solito è un problema temporaneo, può diventare cronico e incidere gravemente sulla vita del paziente. I problemi del sonno possono avere diverse cause, ma le più comuni sono lo stress e l’ansia. Il trattamento non è facile e se i problema peggiora, richiede la somministrazione di potenti farmaci che possono produrre effetti collaterali e creare dipendenza. Studi recenti DIMOSTRANO L'EFFICACIA DEL CBD nel TRATTAMENTO DELLE CONDIZIONI LEGATE AL SONNO. Il cannabidiolo o CBD è efficace nel ridurre l’ansia e nel migliorare la qualità del sonno. È SICURO, NON CREA DIPENDENZA E NON PRODUCE EFFETTI COLLATERALI. La scarsa qualità o la mancanza di sonno possono avere gravi conseguenze nella vita quotidiana. Stanchezza, mancanza di concentrazione o anche disturbi mentali come la depressione possono essere il risultato dell’insonnia. Si stima che fino al 30% della popolazione soffra di problemi legati al sonno. Combattere l’insonnia può essere estenuante e frustrante. L’origine è normalmente di tipo nervoso, lo stress è la causa principale dell’insonnia ma non l’unica. La depressione, l’ansia, i problemi emotivi o uno stile di vita inadeguato con continui cambiamenti di programma, possono portare a gravi insonnie. Quando il problema diventa cronico e si aggrava, si suggerisce un trattamento farmacologico con sedativi, ipnotici, ansiolitici e altri farmaci simili. Il problema di questo tipo di trattamento sono gli effetti collaterali e dipendenza che possono causare. Nella società odierna, e soprattutto nei paesi sviluppati, la dipendenza dai sonniferi è diventata un grave problema di salute pubblica. Come usare il CBD contro l’insonnia? Il cannabidiolo è una parte della pianta di cannabis. Isolato da esso, il CBD non ha effetti psicoattivi. Al contrario, le sue proprietà medicinali sono sorprendenti per l’intera comunità scientifica mondiale. Il nostro corpo ha un sistema endocannabinoide che genera cannabinoidi. Questi composti, insieme ai recettori situati in tutto il sistema nervoso, regolano un gran numero di funzioni e processi corporei, per esempio l’appetito, il dolore, l’umore e i cicli del sonno. Il CBD interagisce con il nostro sistema endocannabinoide, e la sua maggiore concentrazione genera effetti molto benefici per il nostro corpo. Secondo alcuni studi, una delle principali proprietà del Cannabidiolo o del CBD è quella di ridurre l’ansia, che spesso è la causa dei problemi di insonnia. Inoltre, il CBD regola il corretto avanzamento delle diverse fasi del sonno, favorendo un sonno più profondo e un migliore riposo. La somministrazione di olio di CBD in dosi controllate può aiutare ad eliminare i problemi di insonnia e ottenere un migliore riposo. Alcuni studi dimostrano che può essere più sicuro dei sonniferi, perché non crea dipendenza e non richiede particolari istruzioni. Se volete sapere, quante gocce di CBD dovete prendere per dormire meglio o qual è la dose raccomandata di CBD per ogni persona, non c’è una risposta precisa. È necessario prendere in considerazione età, peso e altri fattori, così come la struttura del sistema endocannabinoide. Dipenderà anche dalla concentrazione di CBD che ha l’olio. Si raccomanda di iniziare con qualche goccia e di aumentare il dosaggio fino a raggiungere l’effetto desiderato. La maggior parte dei pazienti inizia a notare un miglioramento con poche gocce del prodotto. Numerosi studi scientifici e articoli sostengono l’efficacia del Cannabidiolo nel trattamento dell’ansia e dei problemi legati al sonno. La revisione degli studi preclinici nei roditori e degli studi clinici nei pazienti umani sul potenziale terapeutico del CBD nel trattamento dei disturbi psichiatrici, incluso lo stress post-traumatico e l’ansia, è molto interessante. La revisione era condotta da Cristina Campos e dal suo team. È stata dimostrata l’efficacia del CBD nel trattamento di questo tipo di disturbi. Nel 2006, un gruppo di ricercatori dell’Università Nazionale Autonoma del Messico ha dimostrato l’efficacia del CBD nel regolare i cicli del sonno nei ratti da laboratorio. Nel 2013 un altro interessante studio preclinico sui ratti, condotto presso l’Università di San Paolo del Brasile, conclude che il CBD è in grado di aumentare il tempo del sonno e la qualità del sonno. Olio CBD per dormire meglio Grazie agli effetti calmanti della CBD e al suo coinvolgimento nella regolazione delle fasi del sonno, il Cannabidiolo è un ottimo rimedio naturale per curare l’insonnia. La maggior parte degli ansiolitici e dei sonniferi produce forti effetti collaterali e, quel che è peggio, può causare forti dipendenze. Il CBD ha dimostrato non solo la sua efficacia ma anche la sua sicurezza, poiché non produce effetti collaterali negativi e può essere somministrato anche in dosi elevate senza creare alcun tipo di dipendenza. Molti pazienti concordano sul fatto che la molecola CBD agisce come soluzione naturale ai loro problemi di insonnia. Per avere ulteriori informazioni e consigli sul prodotto da utilizzare contattami
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  • La ricerca scientifica da tempo ha scoperto l’utilità dei cannabinoidi nella terapia di chi soffre di FIBROMIALGIA.

    La fibromialgia è una patologia cronica con sintomi quali:
    Insonnia, intestino irritabile, dolore articolare, affaticamento, emicrania, dolore cronico e depressione. Sintomi che possono essere trattati anche con l’olio di CBD.

    Le persone affette da fibromialgia risultano più sensibili al dolore.
    Ciò è dovuto al funzionamento anomalo dei segnalatori di dolore presenti nel nostro sistema nervoso centrale. I farmaci solitamente usati per trattare questa malattia sono gli antidolorifici, sonniferi, rilassanti muscolari, oppioidi e FANS.
    Tutti i farmaci che possono essere sostituiti dall'efficacia antinfiammatoria e antidolorifica antiossidante e miorilassante del CBD.

    Molte persone.scelgono di utilizzare il CBD, sottoforma di olio di CBD o capsule contenenti l’estratto di cannabidiolo o anche alcune pomate di CBD con concentrazioni maggiori, in aggiunta o in sostituzione al trattamento farmacologico per la fibromialgia.
    L’olio di CBD viene preferito da molte persone per l' assenza di effetti collaterali con l' utilizzo di questa composto della cannabis rispetto alla terapia con i farmaci tradizionali.
    Questo porta molto spesso le persone a migliorare la loro qualità della vita.

    É stato dimostrato che le persone con la fibromialgia risultano avere una carenza di endocannabinoidi. Quando si parla di una “carenza di endocannabinoidi” ci si riferisce al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide e dei suoi recettori.
    Questo di solito si verifica quando si hanno livelli di endocannabinoidi inferiori al normale.
    Se il corpo non produce abbastanza endocannabinoidi, si è più sensibili al dolore.
    Gli endocannabinoidi sono i neuro-modulatori che controllano il modo in cui percepiamo il dolore. Quando il vostro corpo non ha abbastanza endocannabinoidi, il sistema endocannabinoide non funziona correttamente e non riesce a mantenere l’equilibrio del corpo.

    Questo è uno dei motivi per cui il paziente che soffre di fibromialgia sperimenta livelli di dolore superiori al normale.

    Il CBD è noto per la sua capacità di assistere il sistema endocannabinoide aiutandolo nel mantenimento dell’equilibrio.
    Nel caso di una carenza, il CBD assume il compito di integratore, aumentando così il livello di endocannabinoidi.

    Le persone che usano CBD per trattare la fibromialgia hanno riportato i seguenti benefici:

    riduzione del dolore
    diminuzione dell’utilizzo di antidolorifici tradizionali
    minore infiammazione
    miglioramento dell’umore
    aumento della qualità del sonno

    il CBD risulta non avere effetti collaterali rispetto ai trattamenti tradizionali per la fibromialgia.



    Quanto CBD assumere? I

    Il dosaggio raccomandato di CBD può variare notevolmente a seconda della concentrazione dell’olio CBD scelto per la terapia e dalle proprie condizioni generali di salute.
    Ognuno è diverso e quindi reagisce in modo diverso al cannabidiolo estratto dalla canapa.

    Ogni persona funziona in modo diverso, non esiste una posologia valida per tutti.
    Per questo è molto importante valutare più aspetti.
    Ci sono persone a cui sono sufficienti poche gocce al giorno per vedere significativi miglioramenti, altre persone che invece abbisognano di quantitativi maggiori

    Se vuoi informazioni su quale olio di CBD scegliere e come usarlo per trattare la tua fibromialgia chiedimi al
    La ricerca scientifica da tempo ha scoperto l’utilità dei cannabinoidi nella terapia di chi soffre di FIBROMIALGIA. La fibromialgia è una patologia cronica con sintomi quali: Insonnia, intestino irritabile, dolore articolare, affaticamento, emicrania, dolore cronico e depressione. Sintomi che possono essere trattati anche con l’olio di CBD. Le persone affette da fibromialgia risultano più sensibili al dolore. Ciò è dovuto al funzionamento anomalo dei segnalatori di dolore presenti nel nostro sistema nervoso centrale. I farmaci solitamente usati per trattare questa malattia sono gli antidolorifici, sonniferi, rilassanti muscolari, oppioidi e FANS. Tutti i farmaci che possono essere sostituiti dall'efficacia antinfiammatoria e antidolorifica antiossidante e miorilassante del CBD. Molte persone.scelgono di utilizzare il CBD, sottoforma di olio di CBD o capsule contenenti l’estratto di cannabidiolo o anche alcune pomate di CBD con concentrazioni maggiori, in aggiunta o in sostituzione al trattamento farmacologico per la fibromialgia. L’olio di CBD viene preferito da molte persone per l' assenza di effetti collaterali con l' utilizzo di questa composto della cannabis rispetto alla terapia con i farmaci tradizionali. Questo porta molto spesso le persone a migliorare la loro qualità della vita. É stato dimostrato che le persone con la fibromialgia risultano avere una carenza di endocannabinoidi. Quando si parla di una “carenza di endocannabinoidi” ci si riferisce al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide e dei suoi recettori. Questo di solito si verifica quando si hanno livelli di endocannabinoidi inferiori al normale. Se il corpo non produce abbastanza endocannabinoidi, si è più sensibili al dolore. Gli endocannabinoidi sono i neuro-modulatori che controllano il modo in cui percepiamo il dolore. Quando il vostro corpo non ha abbastanza endocannabinoidi, il sistema endocannabinoide non funziona correttamente e non riesce a mantenere l’equilibrio del corpo. Questo è uno dei motivi per cui il paziente che soffre di fibromialgia sperimenta livelli di dolore superiori al normale. Il CBD è noto per la sua capacità di assistere il sistema endocannabinoide aiutandolo nel mantenimento dell’equilibrio. Nel caso di una carenza, il CBD assume il compito di integratore, aumentando così il livello di endocannabinoidi. Le persone che usano CBD per trattare la fibromialgia hanno riportato i seguenti benefici: ✔️riduzione del dolore ✔️diminuzione dell’utilizzo di antidolorifici tradizionali ✔️minore infiammazione ✔️miglioramento dell’umore ✔️aumento della qualità del sonno il CBD risulta non avere effetti collaterali rispetto ai trattamenti tradizionali per la fibromialgia. Quanto CBD assumere? I Il dosaggio raccomandato di CBD può variare notevolmente a seconda della concentrazione dell’olio CBD scelto per la terapia e dalle proprie condizioni generali di salute. Ognuno è diverso e quindi reagisce in modo diverso al cannabidiolo estratto dalla canapa. Ogni persona funziona in modo diverso, non esiste una posologia valida per tutti. Per questo è molto importante valutare più aspetti. Ci sono persone a cui sono sufficienti poche gocce al giorno per vedere significativi miglioramenti, altre persone che invece abbisognano di quantitativi maggiori Se vuoi informazioni su quale olio di CBD scegliere e come usarlo per trattare la tua fibromialgia chiedimi al 3️⃣3️⃣8️⃣2️⃣9️⃣2️⃣2️⃣4️⃣7️⃣2️⃣
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  • IL CBD E LA FIBROMIALGIA
    PERCHÉ CONTINUARE A SOFFRIRE SE C'È QUALCOSA DI NATURALE CHE PUÒ AIUTARTI A STARE MEGLIO?

    Un CBD di alta qualità fa valere questa sua versatilità, e agisce, ad esempio, su vari tipi di dolore, fra cui quello neuropatico e quello infiammatorio.

    È per questa caratteristica - associata al suo ottimo profilo di sicurezza - che il cannabidiolo (CBD) ha iniziato a essere usato sotto varie forme da tutte le persone che lottano quotidianamente con la fibromialgia.

    La ricerca scientifica, e nello specifico il dottor Ethan Russo, hanno dimostrato come la fibromialgia, così come altri disturbi, possa dipendere da una deficienza di endocannabinoidi all'interno del corpo umano. Ecco quindi come l'integrazione e rafforzamento del sistema endocannabinoide del corpo umano attraverso l'assunzione di fitocannabinoidi come il CBD possa aiutare a riportarlo in equilibrio, diminuendo o eliminando il dolore associato a questa condizione specifica.

    I BENEFICI DEL CANNABIDIOLO (CBD) PER LA FIBROMIALGIA
    Come abbiamo scritto sopra, il cannabidiolo agisce sul nostro corpo ad ampio spettro, con meccanismi che tendono a regolare situazioni di scompenso delle nostre funzioni vitali.
    I suoi benefici nel trattamento della fibromialgia si possono quindi ricondurre a tre azioni fondamentali:


    1. Il CBD riduce il dolore
    Ci sono diversi studi che hanno dimostrato che il CBD riduce il dolore cronico, il dolore infiammatorio e il dolore neuropatico. In uno studio sui dolori articolari, viene dimostrata la correlazione diretta tra il CBD e il Sistema Endocannabinoide e le conseguenti proprietà analgesiche e antidolorifiche del cannabidiolo.

    Il cannabidiolo viene impiegato anche per il trattamento del dolore provocato da un’infiammazione. Vari studi scientifici hanno indagato l’efficacia del cannabidiolo su molte condizioni infiammatorie, come nel caso dell’artrosi. È dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danni gravi e riduce l’infiammazione.

    Il CBD potrebbe essere una valida opzione per il trattamento di diverse situazioni contraddistinte da dolore infiammatorio. Uno studio pubblicato sulle pagine dello European Journal of Pain ha dimostrato che il CBD applicato sulla pelle può aiutare a ridurre il dolore e l'infiammazione dovuta all'artrite.


    2. Il CBD combatte l'insonnia
    Il Cannabidiolo grazie al suo potenziale neuro-protettivo, basato sulla combinazione delle sue proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti potrebbe rivelarsi utile nel contrastare l’insonnia.

    Lo studio pubblicato nel 2017 “Cannabis, Cannabinoids, and Sleep: a Review of the Literature”, afferma che “ricerche preliminari su cannabis e insonnia suggeriscono che il cannabidiolo (CBD) potrebbe avere un potenziale terapeutico per il trattamento dell'insonnia."

    Da una ricerca condotta invece presso la National Taiwan University di Taipei emergono evidenze di come il CBD possa influenzare direttamente il ciclo notturno, impedendo la soppressione del sonno REM, in questo caso in pazienti con disturbo da stress post traumatico.

    “I pazienti con disturbo da stress post-traumatico spesso lamentano disturbi del sonno, come l'insonnia e l'anomalia del sonno dei movimenti oculari rapidi (REM)” e il CBD può “bloccare l'alterazione del sonno REM indotta dall'ansia attraverso il suo effetto ansiolitico, piuttosto che attraverso la regolazione del sonno di per sé”.

    3. Il CBD allevia i sintomi di ansia e depressione
    Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la capacità del CBD di contrastare i disturbi d’ansia, grazie alla sua interazione con i recettori Cb1 e CB2 e la serotonina, un importante neurotrasmettitore che regola diverse funzioni, quali ad esempio l’umore, il sonno, le emozioni.

    Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a verificare gli effetti del CBD nel trattare gli stati d’ansia. I risultati confermano l’ipotesi iniziale e cioè che il CBD possa essere efficace nel ridurre gli stati d’ansia.

    La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici, clinici ed epidemiologici e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo cerebrale).

    Dalla revisione, curata da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, Jorge Manzanares e Charles R. Marmar della New York School of Medicine, è emerso che gli studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia provocata da molti disturbi come, ad esempio, il disturbo da stress post-traumatico, quello d’ansia generalizzata, quello ossessivo-compulsivo e molti altri.

    Quale dosaggio di CBD devo prendere?
    IL CBD E LA FIBROMIALGIA PERCHÉ CONTINUARE A SOFFRIRE SE C'È QUALCOSA DI NATURALE CHE PUÒ AIUTARTI A STARE MEGLIO? Un CBD di alta qualità fa valere questa sua versatilità, e agisce, ad esempio, su vari tipi di dolore, fra cui quello neuropatico e quello infiammatorio. È per questa caratteristica - associata al suo ottimo profilo di sicurezza - che il cannabidiolo (CBD) ha iniziato a essere usato sotto varie forme da tutte le persone che lottano quotidianamente con la fibromialgia. La ricerca scientifica, e nello specifico il dottor Ethan Russo, hanno dimostrato come la fibromialgia, così come altri disturbi, possa dipendere da una deficienza di endocannabinoidi all'interno del corpo umano. Ecco quindi come l'integrazione e rafforzamento del sistema endocannabinoide del corpo umano attraverso l'assunzione di fitocannabinoidi come il CBD possa aiutare a riportarlo in equilibrio, diminuendo o eliminando il dolore associato a questa condizione specifica. I BENEFICI DEL CANNABIDIOLO (CBD) PER LA FIBROMIALGIA Come abbiamo scritto sopra, il cannabidiolo agisce sul nostro corpo ad ampio spettro, con meccanismi che tendono a regolare situazioni di scompenso delle nostre funzioni vitali. I suoi benefici nel trattamento della fibromialgia si possono quindi ricondurre a tre azioni fondamentali: 1. Il CBD riduce il dolore Ci sono diversi studi che hanno dimostrato che il CBD riduce il dolore cronico, il dolore infiammatorio e il dolore neuropatico. In uno studio sui dolori articolari, viene dimostrata la correlazione diretta tra il CBD e il Sistema Endocannabinoide e le conseguenti proprietà analgesiche e antidolorifiche del cannabidiolo. Il cannabidiolo viene impiegato anche per il trattamento del dolore provocato da un’infiammazione. Vari studi scientifici hanno indagato l’efficacia del cannabidiolo su molte condizioni infiammatorie, come nel caso dell’artrosi. È dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danni gravi e riduce l’infiammazione. Il CBD potrebbe essere una valida opzione per il trattamento di diverse situazioni contraddistinte da dolore infiammatorio. Uno studio pubblicato sulle pagine dello European Journal of Pain ha dimostrato che il CBD applicato sulla pelle può aiutare a ridurre il dolore e l'infiammazione dovuta all'artrite. 2. Il CBD combatte l'insonnia Il Cannabidiolo grazie al suo potenziale neuro-protettivo, basato sulla combinazione delle sue proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti potrebbe rivelarsi utile nel contrastare l’insonnia. Lo studio pubblicato nel 2017 “Cannabis, Cannabinoids, and Sleep: a Review of the Literature”, afferma che “ricerche preliminari su cannabis e insonnia suggeriscono che il cannabidiolo (CBD) potrebbe avere un potenziale terapeutico per il trattamento dell'insonnia." Da una ricerca condotta invece presso la National Taiwan University di Taipei emergono evidenze di come il CBD possa influenzare direttamente il ciclo notturno, impedendo la soppressione del sonno REM, in questo caso in pazienti con disturbo da stress post traumatico. “I pazienti con disturbo da stress post-traumatico spesso lamentano disturbi del sonno, come l'insonnia e l'anomalia del sonno dei movimenti oculari rapidi (REM)” e il CBD può “bloccare l'alterazione del sonno REM indotta dall'ansia attraverso il suo effetto ansiolitico, piuttosto che attraverso la regolazione del sonno di per sé”. 3. Il CBD allevia i sintomi di ansia e depressione Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la capacità del CBD di contrastare i disturbi d’ansia, grazie alla sua interazione con i recettori Cb1 e CB2 e la serotonina, un importante neurotrasmettitore che regola diverse funzioni, quali ad esempio l’umore, il sonno, le emozioni. Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a verificare gli effetti del CBD nel trattare gli stati d’ansia. I risultati confermano l’ipotesi iniziale e cioè che il CBD possa essere efficace nel ridurre gli stati d’ansia. La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici, clinici ed epidemiologici e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo cerebrale). Dalla revisione, curata da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, Jorge Manzanares e Charles R. Marmar della New York School of Medicine, è emerso che gli studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia provocata da molti disturbi come, ad esempio, il disturbo da stress post-traumatico, quello d’ansia generalizzata, quello ossessivo-compulsivo e molti altri. Quale dosaggio di CBD devo prendere?
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  • LE PROPRIETÀ ANTIOSSIDANTI DEL CBD: un vero alleato del benessere
    Dicembre 25, 2019

    Gli antiossidanti sono sostanze che inibiscono l’ossidazione, che riducono quindi lo stress ossidativo. L’ossidazione è il processo attraverso il quale vengono generati rifiuti durante le reazioni del corpo, processo che conduce anche alla creazione di radicali liberi.
    Il corpo produce alcuni antiossidanti – come il glutatione e il CoQ10 – ma questi non sono sempre sufficienti per impedire la produzione di radicali liberi.
    Ciò è particolarmente vero quando si invecchia, cioè quando lo stress ossidativo aumenta in modo significativo.
    Quali sono allora gli effetti positivi della cannabis al momento studiati in merito?
    Se per molto tempo le vitamine C ed E sono state considerate tra i più potenti antiossidanti e oltre a mangiare cibi ricchi di queste vitamine, le persone si sono rivolte anche agli integratori nel tentativo di ottenere più antiossidanti, ora stanno emergendo nuove ricerche che dimostrano le proprietà antiossidanti del CBD.

    Le ultime ricerche sugli effetti positivi della cannabis evidenziano non solo come i cannabinoidi siano validi, ma addirittura come il CBD sia la fonte più ricca di antiossidanti conosciuta dall’uomo.

    Come fanno i ricercatori a fare queste affermazioni sulle proprietà antiossidanti del CBD?
    Innanzitutto, la struttura del CBD contiene un atomo di ossigeno libero.
    Questo è l’atomo che viene donato ai radicali liberi, neutralizzandoli.
    È in questo atomo di ossigeno libero che consistono le proprietà antiossidanti del CBD ed è sempre questo atomo di ossigeno libero che rende il CBD ideale per sbarazzarsi dei radicali liberi.
    È stato anche dimostrato che il CBD ha proprietà neuroprotettive, e sono tali proprietà che proteggono il corpo da innumerevoli malattie neurodegenerative.

    Sono stati condotti vari studi per dimostrare le proprietà antiossidanti del CBD: in uno studio condotto sui ratti è stato scoperto che il CBD ha ridotto la tossicità del perossido di idrogeno nei neuroni; un altro studio ha concluso che le proprietà antiossidanti del CBD erano del 30/50% maggiori rispetto alle vitamine C ed E.
    In un ulteriore studio – pubblicato dal British Journal of Pharmacology – è stato scoperto che il CBD riduce l’infiammazione causata dall’iniezione di amiloide, che è la proteina associata alla morte delle cellule che causano l’Alzheimer, ed è stato anche dimostrato che il CBD riduce la tossicità nei ratti esposti ad alti livelli di glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio.

    Le proprietà antiossidanti del CBD agiscono nello stesso modo il cui la vernice protegge il metallo dalla ruggine. Gli antiossidanti sono senza dubbio estremamente importanti per il corpo: senza una buona quantità di queste sostanze, il corpo è lasciato in balia dei radicali liberi, che possono causare danni immensi.
    Gli antiossidanti funzionano fornendo atomi di ossigeno di cui i radicali liberi sono sempre alla ricerca. Una volta che i radicali liberi ottengono gli elettroni extra, cessano di rubare ossigeno dalle cellule vicine, terminando così il ciclo di distruzione che hanno iniziato.
    Ci sono molti alimenti che sono noti per essere ricchi di antiossidanti, in particolare quelli ricchi di vitamina C ed E. Un’altra fonte ricca di antiossidanti è il CBD ed è proprio questo uno dei maggiori effetti positivi della cannabis ad oggi riconosciuto.

    Gli effetti positivi della cannabis si rivelano perché il CBD agisce come spazzino dei radicali liberi per l’uso nella profilassi e nel trattamento delle malattie. È ovvio che la cannabis da sola non è una cura per tutti i disturbi ma va considerato un approccio integrato di cambiamenti sani per la guarigione di mente, corpo e anima che aumenta la probabilità di beneficiare degli effetti positivi della cannabis.

    È stato dimostrato che le proprietà antiossidanti del CBD non sono solo in grado di bloccare il verificarsi di varie condizioni, ma può anche invertire la progressione della malattia.
    LE PROPRIETÀ ANTIOSSIDANTI DEL CBD: un vero alleato del benessere Dicembre 25, 2019 Gli antiossidanti sono sostanze che inibiscono l’ossidazione, che riducono quindi lo stress ossidativo. L’ossidazione è il processo attraverso il quale vengono generati rifiuti durante le reazioni del corpo, processo che conduce anche alla creazione di radicali liberi. Il corpo produce alcuni antiossidanti – come il glutatione e il CoQ10 – ma questi non sono sempre sufficienti per impedire la produzione di radicali liberi. Ciò è particolarmente vero quando si invecchia, cioè quando lo stress ossidativo aumenta in modo significativo. Quali sono allora gli effetti positivi della cannabis al momento studiati in merito? Se per molto tempo le vitamine C ed E sono state considerate tra i più potenti antiossidanti e oltre a mangiare cibi ricchi di queste vitamine, le persone si sono rivolte anche agli integratori nel tentativo di ottenere più antiossidanti, ora stanno emergendo nuove ricerche che dimostrano le proprietà antiossidanti del CBD. Le ultime ricerche sugli effetti positivi della cannabis evidenziano non solo come i cannabinoidi siano validi, ma addirittura come il CBD sia la fonte più ricca di antiossidanti conosciuta dall’uomo. Come fanno i ricercatori a fare queste affermazioni sulle proprietà antiossidanti del CBD? Innanzitutto, la struttura del CBD contiene un atomo di ossigeno libero. Questo è l’atomo che viene donato ai radicali liberi, neutralizzandoli. È in questo atomo di ossigeno libero che consistono le proprietà antiossidanti del CBD ed è sempre questo atomo di ossigeno libero che rende il CBD ideale per sbarazzarsi dei radicali liberi. È stato anche dimostrato che il CBD ha proprietà neuroprotettive, e sono tali proprietà che proteggono il corpo da innumerevoli malattie neurodegenerative. Sono stati condotti vari studi per dimostrare le proprietà antiossidanti del CBD: in uno studio condotto sui ratti è stato scoperto che il CBD ha ridotto la tossicità del perossido di idrogeno nei neuroni; un altro studio ha concluso che le proprietà antiossidanti del CBD erano del 30/50% maggiori rispetto alle vitamine C ed E. In un ulteriore studio – pubblicato dal British Journal of Pharmacology – è stato scoperto che il CBD riduce l’infiammazione causata dall’iniezione di amiloide, che è la proteina associata alla morte delle cellule che causano l’Alzheimer, ed è stato anche dimostrato che il CBD riduce la tossicità nei ratti esposti ad alti livelli di glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio. Le proprietà antiossidanti del CBD agiscono nello stesso modo il cui la vernice protegge il metallo dalla ruggine. Gli antiossidanti sono senza dubbio estremamente importanti per il corpo: senza una buona quantità di queste sostanze, il corpo è lasciato in balia dei radicali liberi, che possono causare danni immensi. Gli antiossidanti funzionano fornendo atomi di ossigeno di cui i radicali liberi sono sempre alla ricerca. Una volta che i radicali liberi ottengono gli elettroni extra, cessano di rubare ossigeno dalle cellule vicine, terminando così il ciclo di distruzione che hanno iniziato. Ci sono molti alimenti che sono noti per essere ricchi di antiossidanti, in particolare quelli ricchi di vitamina C ed E. Un’altra fonte ricca di antiossidanti è il CBD ed è proprio questo uno dei maggiori effetti positivi della cannabis ad oggi riconosciuto. Gli effetti positivi della cannabis si rivelano perché il CBD agisce come spazzino dei radicali liberi per l’uso nella profilassi e nel trattamento delle malattie. È ovvio che la cannabis da sola non è una cura per tutti i disturbi ma va considerato un approccio integrato di cambiamenti sani per la guarigione di mente, corpo e anima che aumenta la probabilità di beneficiare degli effetti positivi della cannabis. È stato dimostrato che le proprietà antiossidanti del CBD non sono solo in grado di bloccare il verificarsi di varie condizioni, ma può anche invertire la progressione della malattia.
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  • IL CANNABIDIOLO (CBD) E L’IMPIEGO NELLE MALATTIE NEUROLOGICHE.

    Il CBD è uno degli oltre 100 composti chiamati cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis.
    Le proprietà chimiche del CBD lo rendono unico tra tutti gli altri cannabinoidi e persino tra le altre piante. La sua struttura chimica è così diversa da quella di qualsiasi altro composto conosciuto che all’inizio gli scienziati hanno avuto difficoltà a classificarlo come olio o cannabinoide.

    In questo articolo esamineremo come il cannabidiolo (CBD) possa essere un valido alleato nel caso di malattie neurodegenerative, analizzando:

    Che cosa sono e come vengono definite le malattie neurodegenerative;
    Quali sono attualmente le proposte della farmacologia;
    Qual è il ruolo, il campo di azione e la relazione tra malattie neurodegenerative e CBD.
    DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE
    Per malattie neurodegenerative si intende un gruppo molto vasto e vario di patologie degenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale e che, in genere, hanno come caratteristica comune un processo di morte cellulare dei neuroni.
    Le malattie neurodegenerative più note al pubblico sono la malattia di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Negli ultimi anni sempre più persone affiancano l’uso di prodotti alla cannabis per via degli effetti benefici e neuroprotettivi del cannabidiolo (CBD).

    EPIDEMIOLOGIA E DIFFUSIONE DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE
    La demenza in generale interessa dall’1 al 5 per cento della popolazione sopra i 65 anni di età, e circa il 30% delle persone con più di 80 anni.
    Per demenza, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si intende genericamente ” una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che porta a un declino delle facoltà cognitive della persona.
    Nella definizione generica di “demenza” rientrano diverse malattie, alcune classificabili come demenze “primarie”, come la malattia di Alzheimer“. Alcune delle più note patologie neurodegenerative sono:

    Sindrome di Alzheimer
    Morbo di Parkinson
    Malattia di Huntington
    Sclerosi laterale amiotrofica (SLA)
    Paralisi sopra-nucleare progressiva
    Demenza fronto-temporale
    Demenza da corpi di Lewy
    Malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ)

    Nel 2015 un rapporto del Ministero della Salute ha illustrato i dati sulle malattie neurodegenerative e la situazione nel nostro paese.
    Solo in Italia ci sono 1 milione i casi di demenza, di cui 600.000 dovuti alla Malattia di Alzheimer; a queste si aggiungono 930.000 persone che, a causa di un ictus, vivono con invalidità, 240.000 i pazienti affetti da Morbo di Parkinson, 1 paziente con Sclerosi Multipla ogni 1.000 abitanti, per un totale di 60.000 casi. Si tratta di una situazione molto complessa i cui numeri sono destinati ad aumentare nel tempo a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

    CBD: CHE COS’È E COME FUNZIONA
    ll cannabidiolo, CBD, è un cannabinoide estratto dalla pianta di Cannabis Sativa o Canapa Sativa, anche nota come cannabis, cannabis terapeutica, marijuana (cosi vengono chiamati i fiori da cui si ricava l olio) o cannabis medica.
    Il prodotto maggiormente noto a base di CBD è l’olio di CBD.
    Tra i vari tipi di oli in commercio distinguiamo l’olio di CBD privo di tetraidrocannabinolo (THC) e di cannabinoidi psicoattivi e l’ olio di CBD che contiene invece tracce di THC in quantità minime ( THC consentito per legge dallo 0.2% fino ad un massimo dello 0.5%) unitamente ad altri fitocomposti e cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis .
    L' olio di CBD è denominato full spectrum se contiene anche THC).

    I prodotti a base di CBD oltre a vantare numerosi benefici sono privi di effetti psicoattivi e sono considerati ben tollerati dall’organismo.
    L’assunzione di CBD aiuta in moltissime condizioni e patologie.
    I prodotti a base di cannabinoidi e in particolare di CBD, aiutano a combattere lo stress ossidativo e registrano effetti positivi anche su dolore cronico, dolore neuropatico e in caso di epilessia.

    I benefici terapeutici del CBD non riguardano solo il trattamento del dolore ma interessano anche fastidi come cefalea a grappolo, nausea e vomito.
    Inoltre il CBD può contribuire a ridurre naturalmente le infiammazioni e la percezione del dolore associati a condizioni spiacevoli e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’omeostasi organica, condizione di equilibrio fisiologico dell’organismo.

    THC E CBD
    Il THC e il CBD sono due dei principali composti chimici presenti nella cannabis.
    Mentre il THC è un composto psicoattivo con potenziali effetti collaterali indesiderati, il CBD è un composto non psicoattivo che mostra promettenti proprietà terapeutiche.
    Di conseguenza, i prodotti a base di CBD sono diventati sempre più popolari come opzione di trattamento per una serie di condizioni mediche.

    Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide, che è un sistema di comunicazione cellulare nel nostro corpo.
    Questo sistema è coinvolto in una varietà di funzioni corporee, tra cui il controllo del dolore, la regolazione dell’umore, l’appetito e il sonno.
    Il CBD interagisce con numerosi recettori del sistema endocannabinoide per aiutare a mantenere l’equilibrio e la stabilità del corpo

    IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE
    Il CBD può aiutare in molte patologie e condizioni, incluse patologie neurologiche grazie ai benefici del CBD sul cervello e gli effetti del CBD sul cervello umano.

    Il CBD si è dimostrato utile nel trattamento dei disturbi depressivi e in grado di migliorare in generale il tono dell’umore.
    Il CBD funziona interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo, che è responsabile di mantenere l’omeostasi nel corpo.

    Il Sistema Endocannabinoide (ECS) è costituito da una fitta rete di recettori a cui si legano endocannabinoidi e fitocannabinoidi, come il CBD. CB1 e CB2, ( e molti altri recettori cannabinoidi,) legano il CBD (o altri cannabinoidi) modulando il sistema endo-cannabinoide.
    Il recettore CB1 è maggiormente diffuso nel Sistema Nervoso Centrale e il CB2 nel Sistema immunitario.
    L’attività del sistema endocannabinoide è finalizzata a ripristinare il fisiologico equilibrio dell’organismo attraverso la regolazione di numerosi meccanismi.

    Il CBD nello specifico non agisce su una particolare patologia: è una sostanza “regolatrice” del nostro sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) modula dei meccanismi che già sono esistenti e in atto nel nostro organismo. In sostanza, nel momento in cui si attua uno squilibrio o uno scompenso nel sistema endocannabinoide, la modulazione provveduta dal cannabidiolo (CBD) – che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio – tende a ripristinare l’equilibrio originario.

    I BENEFICI DEL CBD
    Oltre a ridurre l’ansia e a favorire il rilassamento, il CBD è stato studiato anche per aiutare le persone affette da insonnia e disturbi del sonno.
    È stato inoltre dimostrato che il CBD tratta efficacemente l’ansia e la depressione. Questi disturbi sono spesso trattati con farmaci prescritti, come antipsicotici o antidepressivi, che hanno effetti collaterali significativi e non sono sempre efficaci.
    Il CBD può essere usato per trattare e alleviare questi disturbi senza gli stessi effetti collaterali dei farmaci da prescrizione.
    A molte persone con disturbi d’ansia vengono prescritte le benzodiazepine, farmaci ansiolitici che possono causare dipendenza e altri gravi effetti collaterali.
    Il CBD non causa dipendenza e può essere usato per ridurre i sintomi dei disturbi d’ansia.

    Ancora, Il CBD può essere utilizzato per trattare una serie di disturbi mentali, tra cui la schizofrenia, il disturbo da stress post-traumatico e molti altri.
    Il CBD può anche avere un effetto positivo su alcuni disturbi mentali, come il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo di panico e il disturbo d’ansia generalizzato.

    Il CBD può avere un effetto positivo anche su molti disturbi fisici.
    È stato dimostrato che può trattare il dolore, la nausea e il vomito, agire come antiepilettico e persino avere un effetto positivo su alcuni tipi di convulsioni

    INFLUENZA DEL CBD A LIVELLO CEREBRALE
    È stato dimostrato che il CBD ha effetto neuroprotettivo sul cervello e sulle funzioni cerebrali , in quanto migliora il flusso sanguigno alle aree cerebrali e regola il rilascio di neurotrasmettitori e altre importanti sostanze chimiche nel cervello.

    Il CBD è considerato un potenziatore cognitivo perché influisce positivamente sui livelli di energia e sulla regolazione dell' umore.
    Inoltre migliora la memoria a lungo termine, la depressione e i disturbi psicotici e d’ansia.
    LA STRUTTURA CHIMICA DEL CBD GLI CONSENTE di ATTRAVERSARE LA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA e di interagire con altri recettori presenti nelle cellule cerebrali, tra cui i canali TRPV e i recettori della serotonina (5-HT1A).
    Le ricerche suggeriscono che la serotonina è responsabile dell’equilibrio dell’umore e che bassi livelli di serotonina denotano un profilo depressivo.

    SEROTONINA E SSRI
    La serotonina (5-HT) è un neurotrasmettitore, cioè una sostanza in grado di trasmettere informazioni tra le cellule del cervello e, più in generale, del sistema nervoso. La sintesi di questa preziosa sostanza avviene a partire dall’aminoacido triptofano e i suoi effetti sull’organismo sono molteplici:

    -Nella parete intestinale provoca un aumento della motilità intestinale.

    -Nei vasi sanguigni provoca vasocostrizione (riduzione delle dimensioni dei vasi sanguigni con conseguente riduzione del flusso sanguigno e aumento della pressione);

    -Nel sangue favorisce l’aggregazione delle piastrine nel processo di coagulazione.

    -A livello del sistema nervoso centrale, la serotonina può regolare l’umore, modulare il sonno, intervenire nella termoregolazione (temperatura corporea), influenzare l' appetito e regolare la funzione sessuale.

    CBD E MALATTIE NEURODEGENERATIVE
    È stato dimostrato che il CBD ha proprietà ANTINFIAMMATORIE e ANTIOSSIDANTI, il che significa che potrebbe aiutare a trattare le malattie neurodegenerative.

    Il CBD è stato studiato per il suo potenziale nel trattamento di un’ampia gamma di malattie neurodegenerative.

    Il CBD è stato studiato per il suo potenziale nel ridurre il deterioramento cognitivo, migliorare la salute mentale e ridurre la progressione delle malattie neurodegenerative.

    CBD E MALATTIA DI ALZHEIMER
    Secondo una ricerca pubblicata nel settembre 2018 sull’International Journal of Neuropsychopharmacology, il CBD ha il potenziale per ridurre il deterioramento cognitivo e migliorare la salute mentale nelle persone anziane affette da vari tipi di demenza, tra cui la malattia di Alzheimer.

    La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa associata alla progressiva perdita di memoria e al deterioramento cognitivo, che compromette gravemente la capacità di svolgere le attività quotidiane.
    Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza, con il 60-70% dei casi.
    La malattia di Alzheimer è caratterizzata da due elementi patologici: la deposizione del peptide β-amiloide (βA), che porta alla formazione di placche senili, la formazione di grovigli neurofibrillari, fibre contorte insolubili che si trovano all’interno delle cellule cerebrali.
    Queste caratteristiche inducono il rilascio di citochine infiammatorie e specie reattive dell’ossigeno, innescando processi neuroinfiammatori, neurotossicità e danni ossidativi nelle aree cerebrali coinvolte nelle funzioni della memoria.
    Purtroppo, i trattamenti attualmente disponibili forniscono solo un limitato sollievo sintomatico. In quest’ottica, grazie ai suoi effetti neuroprotettivi, antiossidanti e antinfiammatori, il CBD rappresenta un promettente strumento terapeutico per il trattamento dell’AD.

    Infatti, studi in vitro e in vivo dimostrano che il CBD può ridurre i segni distintivi della patologia dell’AD, riducendo la produzione di βA e di neurofibrille, ed esercita effetti neuroprotettivi.

    CBD E MALATTIA DI PARKINSON
    La malattia di Parkinson (PD) è un disturbo neurodegenerativo legato all’età e caratterizzato da sintomi motori e non motori. I sintomi non motori, come i disturbi del sonno, il deterioramento cognitivo e la schizofrenia, sono presenti nei pazienti con malattia di Parkinson. Sono presenti anche bradicinesia, tremore a riposo, rigidità e instabilità posturale.
    La malattia di Parkinson è una malattia multifattoriale con fattori di rischio sia genetici che ambientali. Comprende anche disturbi psichiatrici in comorbilità come psicosi, depressione e ansia.
    La principale caratteristica patologica del PD è la perdita della neurotrasmissione dopaminergica. I trattamenti attualmente disponibili per la malattia di Parkinson si basano sulla somministrazione di precursori della dopamina (levodopa) e di inibitori del metabolismo della dopamina.
    È interessante notare che studi clinici e preclinici che esplorano il CBD per il trattamento della malattia di Parkinson hanno suggerito che i il CBD per via orale migliora i sintomi psicotici legati al Parkinson, i cosiddetti sintomi non motori.

    CBD E SCLEROSI MULTIPLA
    La sclerosi multipla è una malattia autoimmune e neurodegenerativa che colpisce più di 3 milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta la malattia neurodegenerativa più comune nei giovani adulti.
    Nella sclerosi multipla il sistema immunitario danneggia la guaina protettiva (mielina) che circonda le fibre nervose, causando problemi di comunicazione tra il cervello e le altre parti del corpo.
    I nervi possono essere danneggiati o indeboliti in modo permanente a causa dell’attacco del sistema immunitario alla mielina nella sclerosi multipla.
    Di conseguenza, la malattia può causare un’ampia gamma di sintomi e segni.
    I pazienti affetti da sclerosi multipla possono perdere la capacità di camminare in modo indipendente o del tutto, mentre altri possono avere lunghi periodi di remissione senza nuovi sintomi.
    Oltre alla demielinizzazione, la progressione della sclerosi multipla è caratterizzata da morte neuronale, perdita assonale e aumento della neuroinfiammazione.
    Questo contesto induce un aumento del rilascio di glutammato.
    Livelli elevati di glutammato contribuiscono alla progressione della malattia e compromettono ulteriormente l’integrità della mielina, portando all’aggravamento della sclerosi multipla.
    La neuroinfiammazione è anche responsabile di una sovra-attivazione delle cellule immunitarie che contribuiscono al rilascio di citochine infiammatorie e specie reattive dell’ossigeno.
    Non esiste una cura per la sclerosi multipla, ma i farmaci possono aiutare ad accelerare il recupero dalle aggressioni, a modificare il decorso della malattia e a gestire i sintomi.

    Studi preclinici suggeriscono che il CBD attenua l’iperattivazione del sistema immunitario riducendo la neuroinfiammazione e i deficit motori.
    Oltre al CBD, l’estratto di Cannabis contiene un’ampia gamma di molecole che interagiscono tra loro attraverso il cosiddetto “effetto entourage” che potenzia la loro sinergia d' azione.
    È stato dimostrato ad esempio , che il terpene β-cariofillene, presente nella cannabis, ha la proprietà di ridurre il rilascio di mediatori proinfiammatori, portando a un’attenuazione della gravità della sclerosi multipla, dell’infiammazione e della demielinizzazione.

    Studi clinici confermano gli effetti benefici sui pazienti affetti da sclerosi multipla e migliorare le co-morbilità associate alla qualità di vita dei pazienti , come i disturbi del sonno.

    Il CBD ha molti benefici per la salute, tra cui l’aiuto per l’ansia, i sintomi della depressione e altre malattie mentali, riduce l’ansia e favorisce il rilassamento.
    È stato anche studiato per aiutare le persone con insonnia e disturbi del sonno.
    Il CBD può essere usato per trattare la schizofrenia, il disturbo bipolare, il disturbo da stress post-traumatico e molti altri.
    Il CBD può avere un effetto positivo anche su alcuni disturbi fisici, può ridurre il dolore, la nausea e il vomito, agire come antiepilettico e persino avere un effetto positivo su alcuni tipi di convulsioni.

    È stato dimostrato che il CBD modula la serotonina, la dopamina e altri neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale.
    IL CBD HA UN EFFETTO ANTINFIAMMATORIO MOLTO EFFICACE .

    È stato dimostrato che il CBD ha proprietà neuroprotettive, il che significa che potrebbe contribuire a ridurre la progressione delle malattia.

    I disturbi del neurosviluppo hanno spesso conseguenze a lungo termine per l’individuo e la sua famiglia. Fortunatamente, esistono molte soluzioni naturali per questi disturbi.
    Queste includono agenti neuroprotettivi, antiossidanti e antinfiammatori.
    Una di queste soluzioni naturali è il cannabidiolo CBD.
    IL CBD PUÒ CONTRIBUIRE A RIDURRE ANCHE LA PROGRESSIONE DELLA MALATTIA.

    Il CBD MIGLIORA LA COGNIZIONE E PROMUOVE LA CRESCITA NEURALE.
    NIENTE ALTRO PUÒ FARE QUESTO.
    Questo è il motivo per cui gli scienziati chiamano la pianta di cannabis , la pianta dei miracoli.

    È importante parlare con il proprio medico prima di assumere prodotti a base di canapa, se si stanno assumendo già altri farmaci , dato che la loro azione verrà potenziata, se assunti unitamente all ' olio di CBD.
    IL CANNABIDIOLO (CBD) E L’IMPIEGO NELLE MALATTIE NEUROLOGICHE. Il CBD è uno degli oltre 100 composti chiamati cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis. Le proprietà chimiche del CBD lo rendono unico tra tutti gli altri cannabinoidi e persino tra le altre piante. La sua struttura chimica è così diversa da quella di qualsiasi altro composto conosciuto che all’inizio gli scienziati hanno avuto difficoltà a classificarlo come olio o cannabinoide. In questo articolo esamineremo come il cannabidiolo (CBD) possa essere un valido alleato nel caso di malattie neurodegenerative, analizzando: Che cosa sono e come vengono definite le malattie neurodegenerative; Quali sono attualmente le proposte della farmacologia; Qual è il ruolo, il campo di azione e la relazione tra malattie neurodegenerative e CBD. DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE Per malattie neurodegenerative si intende un gruppo molto vasto e vario di patologie degenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale e che, in genere, hanno come caratteristica comune un processo di morte cellulare dei neuroni. Le malattie neurodegenerative più note al pubblico sono la malattia di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Negli ultimi anni sempre più persone affiancano l’uso di prodotti alla cannabis per via degli effetti benefici e neuroprotettivi del cannabidiolo (CBD). EPIDEMIOLOGIA E DIFFUSIONE DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE La demenza in generale interessa dall’1 al 5 per cento della popolazione sopra i 65 anni di età, e circa il 30% delle persone con più di 80 anni. Per demenza, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si intende genericamente ” una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che porta a un declino delle facoltà cognitive della persona. Nella definizione generica di “demenza” rientrano diverse malattie, alcune classificabili come demenze “primarie”, come la malattia di Alzheimer“. Alcune delle più note patologie neurodegenerative sono: ✅Sindrome di Alzheimer ✅Morbo di Parkinson ✅Malattia di Huntington ✅Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) ✅Paralisi sopra-nucleare progressiva ✅Demenza fronto-temporale ✅Demenza da corpi di Lewy ✅Malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ) Nel 2015 un rapporto del Ministero della Salute ha illustrato i dati sulle malattie neurodegenerative e la situazione nel nostro paese. Solo in Italia ci sono 1 milione i casi di demenza, di cui 600.000 dovuti alla Malattia di Alzheimer; a queste si aggiungono 930.000 persone che, a causa di un ictus, vivono con invalidità, 240.000 i pazienti affetti da Morbo di Parkinson, 1 paziente con Sclerosi Multipla ogni 1.000 abitanti, per un totale di 60.000 casi. Si tratta di una situazione molto complessa i cui numeri sono destinati ad aumentare nel tempo a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. CBD: CHE COS’È E COME FUNZIONA ll cannabidiolo, CBD, è un cannabinoide estratto dalla pianta di Cannabis Sativa o Canapa Sativa, anche nota come cannabis, cannabis terapeutica, marijuana (cosi vengono chiamati i fiori da cui si ricava l olio) o cannabis medica. Il prodotto maggiormente noto a base di CBD è l’olio di CBD. Tra i vari tipi di oli in commercio distinguiamo l’olio di CBD privo di tetraidrocannabinolo (THC) e di cannabinoidi psicoattivi e l’ olio di CBD che contiene invece tracce di THC in quantità minime ( THC consentito per legge dallo 0.2% fino ad un massimo dello 0.5%) unitamente ad altri fitocomposti e cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis . L' olio di CBD è denominato full spectrum se contiene anche THC). I prodotti a base di CBD oltre a vantare numerosi benefici sono privi di effetti psicoattivi e sono considerati ben tollerati dall’organismo. L’assunzione di CBD aiuta in moltissime condizioni e patologie. I prodotti a base di cannabinoidi e in particolare di CBD, aiutano a combattere lo stress ossidativo e registrano effetti positivi anche su dolore cronico, dolore neuropatico e in caso di epilessia. I benefici terapeutici del CBD non riguardano solo il trattamento del dolore ma interessano anche fastidi come cefalea a grappolo, nausea e vomito. Inoltre il CBD può contribuire a ridurre naturalmente le infiammazioni e la percezione del dolore associati a condizioni spiacevoli e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’omeostasi organica, condizione di equilibrio fisiologico dell’organismo. THC E CBD Il THC e il CBD sono due dei principali composti chimici presenti nella cannabis. Mentre il THC è un composto psicoattivo con potenziali effetti collaterali indesiderati, il CBD è un composto non psicoattivo che mostra promettenti proprietà terapeutiche. Di conseguenza, i prodotti a base di CBD sono diventati sempre più popolari come opzione di trattamento per una serie di condizioni mediche. Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide, che è un sistema di comunicazione cellulare nel nostro corpo. Questo sistema è coinvolto in una varietà di funzioni corporee, tra cui il controllo del dolore, la regolazione dell’umore, l’appetito e il sonno. Il CBD interagisce con numerosi recettori del sistema endocannabinoide per aiutare a mantenere l’equilibrio e la stabilità del corpo IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE Il CBD può aiutare in molte patologie e condizioni, incluse patologie neurologiche grazie ai benefici del CBD sul cervello e gli effetti del CBD sul cervello umano. Il CBD si è dimostrato utile nel trattamento dei disturbi depressivi e in grado di migliorare in generale il tono dell’umore. Il CBD funziona interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo, che è responsabile di mantenere l’omeostasi nel corpo. Il Sistema Endocannabinoide (ECS) è costituito da una fitta rete di recettori a cui si legano endocannabinoidi e fitocannabinoidi, come il CBD. CB1 e CB2, ( e molti altri recettori cannabinoidi,) legano il CBD (o altri cannabinoidi) modulando il sistema endo-cannabinoide. Il recettore CB1 è maggiormente diffuso nel Sistema Nervoso Centrale e il CB2 nel Sistema immunitario. L’attività del sistema endocannabinoide è finalizzata a ripristinare il fisiologico equilibrio dell’organismo attraverso la regolazione di numerosi meccanismi. Il CBD nello specifico non agisce su una particolare patologia: è una sostanza “regolatrice” del nostro sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) modula dei meccanismi che già sono esistenti e in atto nel nostro organismo. In sostanza, nel momento in cui si attua uno squilibrio o uno scompenso nel sistema endocannabinoide, la modulazione provveduta dal cannabidiolo (CBD) – che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio – tende a ripristinare l’equilibrio originario. I BENEFICI DEL CBD Oltre a ridurre l’ansia e a favorire il rilassamento, il CBD è stato studiato anche per aiutare le persone affette da insonnia e disturbi del sonno. È stato inoltre dimostrato che il CBD tratta efficacemente l’ansia e la depressione. Questi disturbi sono spesso trattati con farmaci prescritti, come antipsicotici o antidepressivi, che hanno effetti collaterali significativi e non sono sempre efficaci. Il CBD può essere usato per trattare e alleviare questi disturbi senza gli stessi effetti collaterali dei farmaci da prescrizione. A molte persone con disturbi d’ansia vengono prescritte le benzodiazepine, farmaci ansiolitici che possono causare dipendenza e altri gravi effetti collaterali. Il CBD non causa dipendenza e può essere usato per ridurre i sintomi dei disturbi d’ansia. Ancora, Il CBD può essere utilizzato per trattare una serie di disturbi mentali, tra cui la schizofrenia, il disturbo da stress post-traumatico e molti altri. Il CBD può anche avere un effetto positivo su alcuni disturbi mentali, come il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo di panico e il disturbo d’ansia generalizzato. Il CBD può avere un effetto positivo anche su molti disturbi fisici. È stato dimostrato che può trattare il dolore, la nausea e il vomito, agire come antiepilettico e persino avere un effetto positivo su alcuni tipi di convulsioni INFLUENZA DEL CBD A LIVELLO CEREBRALE È stato dimostrato che il CBD ha effetto neuroprotettivo sul cervello e sulle funzioni cerebrali , in quanto migliora il flusso sanguigno alle aree cerebrali e regola il rilascio di neurotrasmettitori e altre importanti sostanze chimiche nel cervello. Il CBD è considerato un potenziatore cognitivo perché influisce positivamente sui livelli di energia e sulla regolazione dell' umore. Inoltre migliora la memoria a lungo termine, la depressione e i disturbi psicotici e d’ansia. LA STRUTTURA CHIMICA DEL CBD GLI CONSENTE di ATTRAVERSARE LA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA e di interagire con altri recettori presenti nelle cellule cerebrali, tra cui i canali TRPV e i recettori della serotonina (5-HT1A). Le ricerche suggeriscono che la serotonina è responsabile dell’equilibrio dell’umore e che bassi livelli di serotonina denotano un profilo depressivo. SEROTONINA E SSRI La serotonina (5-HT) è un neurotrasmettitore, cioè una sostanza in grado di trasmettere informazioni tra le cellule del cervello e, più in generale, del sistema nervoso. La sintesi di questa preziosa sostanza avviene a partire dall’aminoacido triptofano e i suoi effetti sull’organismo sono molteplici: -Nella parete intestinale provoca un aumento della motilità intestinale. -Nei vasi sanguigni provoca vasocostrizione (riduzione delle dimensioni dei vasi sanguigni con conseguente riduzione del flusso sanguigno e aumento della pressione); -Nel sangue favorisce l’aggregazione delle piastrine nel processo di coagulazione. -A livello del sistema nervoso centrale, la serotonina può regolare l’umore, modulare il sonno, intervenire nella termoregolazione (temperatura corporea), influenzare l' appetito e regolare la funzione sessuale. CBD E MALATTIE NEURODEGENERATIVE È stato dimostrato che il CBD ha proprietà ANTINFIAMMATORIE e ANTIOSSIDANTI, il che significa che potrebbe aiutare a trattare le malattie neurodegenerative. Il CBD è stato studiato per il suo potenziale nel trattamento di un’ampia gamma di malattie neurodegenerative. Il CBD è stato studiato per il suo potenziale nel ridurre il deterioramento cognitivo, migliorare la salute mentale e ridurre la progressione delle malattie neurodegenerative. CBD E MALATTIA DI ALZHEIMER Secondo una ricerca pubblicata nel settembre 2018 sull’International Journal of Neuropsychopharmacology, il CBD ha il potenziale per ridurre il deterioramento cognitivo e migliorare la salute mentale nelle persone anziane affette da vari tipi di demenza, tra cui la malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa associata alla progressiva perdita di memoria e al deterioramento cognitivo, che compromette gravemente la capacità di svolgere le attività quotidiane. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza, con il 60-70% dei casi. La malattia di Alzheimer è caratterizzata da due elementi patologici: la deposizione del peptide β-amiloide (βA), che porta alla formazione di placche senili, la formazione di grovigli neurofibrillari, fibre contorte insolubili che si trovano all’interno delle cellule cerebrali. Queste caratteristiche inducono il rilascio di citochine infiammatorie e specie reattive dell’ossigeno, innescando processi neuroinfiammatori, neurotossicità e danni ossidativi nelle aree cerebrali coinvolte nelle funzioni della memoria. Purtroppo, i trattamenti attualmente disponibili forniscono solo un limitato sollievo sintomatico. In quest’ottica, grazie ai suoi effetti neuroprotettivi, antiossidanti e antinfiammatori, il CBD rappresenta un promettente strumento terapeutico per il trattamento dell’AD. Infatti, studi in vitro e in vivo dimostrano che il CBD può ridurre i segni distintivi della patologia dell’AD, riducendo la produzione di βA e di neurofibrille, ed esercita effetti neuroprotettivi. CBD E MALATTIA DI PARKINSON La malattia di Parkinson (PD) è un disturbo neurodegenerativo legato all’età e caratterizzato da sintomi motori e non motori. I sintomi non motori, come i disturbi del sonno, il deterioramento cognitivo e la schizofrenia, sono presenti nei pazienti con malattia di Parkinson. Sono presenti anche bradicinesia, tremore a riposo, rigidità e instabilità posturale. La malattia di Parkinson è una malattia multifattoriale con fattori di rischio sia genetici che ambientali. Comprende anche disturbi psichiatrici in comorbilità come psicosi, depressione e ansia. La principale caratteristica patologica del PD è la perdita della neurotrasmissione dopaminergica. I trattamenti attualmente disponibili per la malattia di Parkinson si basano sulla somministrazione di precursori della dopamina (levodopa) e di inibitori del metabolismo della dopamina. È interessante notare che studi clinici e preclinici che esplorano il CBD per il trattamento della malattia di Parkinson hanno suggerito che i il CBD per via orale migliora i sintomi psicotici legati al Parkinson, i cosiddetti sintomi non motori. CBD E SCLEROSI MULTIPLA La sclerosi multipla è una malattia autoimmune e neurodegenerativa che colpisce più di 3 milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta la malattia neurodegenerativa più comune nei giovani adulti. Nella sclerosi multipla il sistema immunitario danneggia la guaina protettiva (mielina) che circonda le fibre nervose, causando problemi di comunicazione tra il cervello e le altre parti del corpo. I nervi possono essere danneggiati o indeboliti in modo permanente a causa dell’attacco del sistema immunitario alla mielina nella sclerosi multipla. Di conseguenza, la malattia può causare un’ampia gamma di sintomi e segni. I pazienti affetti da sclerosi multipla possono perdere la capacità di camminare in modo indipendente o del tutto, mentre altri possono avere lunghi periodi di remissione senza nuovi sintomi. Oltre alla demielinizzazione, la progressione della sclerosi multipla è caratterizzata da morte neuronale, perdita assonale e aumento della neuroinfiammazione. Questo contesto induce un aumento del rilascio di glutammato. Livelli elevati di glutammato contribuiscono alla progressione della malattia e compromettono ulteriormente l’integrità della mielina, portando all’aggravamento della sclerosi multipla. La neuroinfiammazione è anche responsabile di una sovra-attivazione delle cellule immunitarie che contribuiscono al rilascio di citochine infiammatorie e specie reattive dell’ossigeno. Non esiste una cura per la sclerosi multipla, ma i farmaci possono aiutare ad accelerare il recupero dalle aggressioni, a modificare il decorso della malattia e a gestire i sintomi. Studi preclinici suggeriscono che il CBD attenua l’iperattivazione del sistema immunitario riducendo la neuroinfiammazione e i deficit motori. Oltre al CBD, l’estratto di Cannabis contiene un’ampia gamma di molecole che interagiscono tra loro attraverso il cosiddetto “effetto entourage” che potenzia la loro sinergia d' azione. È stato dimostrato ad esempio , che il terpene β-cariofillene, presente nella cannabis, ha la proprietà di ridurre il rilascio di mediatori proinfiammatori, portando a un’attenuazione della gravità della sclerosi multipla, dell’infiammazione e della demielinizzazione. Studi clinici confermano gli effetti benefici sui pazienti affetti da sclerosi multipla e migliorare le co-morbilità associate alla qualità di vita dei pazienti , come i disturbi del sonno. Il CBD ha molti benefici per la salute, tra cui l’aiuto per l’ansia, i sintomi della depressione e altre malattie mentali, riduce l’ansia e favorisce il rilassamento. È stato anche studiato per aiutare le persone con insonnia e disturbi del sonno. Il CBD può essere usato per trattare la schizofrenia, il disturbo bipolare, il disturbo da stress post-traumatico e molti altri. Il CBD può avere un effetto positivo anche su alcuni disturbi fisici, può ridurre il dolore, la nausea e il vomito, agire come antiepilettico e persino avere un effetto positivo su alcuni tipi di convulsioni. È stato dimostrato che il CBD modula la serotonina, la dopamina e altri neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale. IL CBD HA UN EFFETTO ANTINFIAMMATORIO MOLTO EFFICACE . È stato dimostrato che il CBD ha proprietà neuroprotettive, il che significa che potrebbe contribuire a ridurre la progressione delle malattia. I disturbi del neurosviluppo hanno spesso conseguenze a lungo termine per l’individuo e la sua famiglia. Fortunatamente, esistono molte soluzioni naturali per questi disturbi. Queste includono agenti neuroprotettivi, antiossidanti e antinfiammatori. Una di queste soluzioni naturali è il cannabidiolo CBD. IL CBD PUÒ CONTRIBUIRE A RIDURRE ANCHE LA PROGRESSIONE DELLA MALATTIA. Il CBD MIGLIORA LA COGNIZIONE E PROMUOVE LA CRESCITA NEURALE. NIENTE ALTRO PUÒ FARE QUESTO. Questo è il motivo per cui gli scienziati chiamano la pianta di cannabis , la pianta dei miracoli. È importante parlare con il proprio medico prima di assumere prodotti a base di canapa, se si stanno assumendo già altri farmaci , dato che la loro azione verrà potenziata, se assunti unitamente all ' olio di CBD.
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