• BENVENUTI AI NUOVI ISCRITTI.
    Se hai sentito parlare del CBD ma non hai ancora esplorato le sue potenzialità, o se sei già un utilizzatore e vuoi saperne di più, sei nel posto giusto.

    Che tu stia cercando di alleviare lo stress, migliorare il sonno o semplicemente scoprire nuovi modi per prenderti cura di te stesso in modo naturale, il CBD potrebbe essere la risposta che stai cercando!

    L' utilizzo della Cannabis da parte dell’uomo, che risale a millenni fa.

    Cos’è il CBD?
    Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei numerosi composti chimici che vengono naturalmente prodotti dalla pianta di canapa (Cannabis Sativa L.). A differenza del THC, che è il composto psicoattivo della cannabis, il CBD è privo di effetti psicoattivi, il che significa che non altera la percezione della realtà o lo stato di coscienza della persona che lo assume.

    Il CBD ha guadagnato grande popolarità nel mondo del benessere e della salute naturale grazie alle sue numerose proprietà benefiche. La ricerca scientifica ha riconosciuto da tempo le potenzialità terapeutiche del CBD per una vasta gamma di patologie, dalle più lievi fino al trattamento di malattie degenerative e dolore cronico.

    Breve storia del CBD
    Nonostante l’impiego secolare della Cannabis per le sue proprietà sia terapeutiche che psicoattive, la conoscenza della sua chimica è rimasta stranamente limitata fino a tempi molto recenti. A differenza di sostanze come la morfina e la cocaina, già isolate nel 1800, le nozioni scientifiche moderne sulla Cannabis invece , hanno cominciato a svilupparsi soltanto nel xx secolo e l’interesse diffuso verso l’utilizzo del CBD si è diffuso solo nell’ultimo decennio.

    Il CBD è stato isolato come composto distinto nel 1940 da Roger Adams, negli Stati Uniti. Oltre al CBD, Adams riuscì a isolare anche un altro cannabinoide chiamato CBN (cannabinolo) e a ipotizzare l’esistenza del composto psicoattivo THC (tetraidrocannabinolo).

    Purtroppo gli studi sulla Cannabis furono quasi totalmente trascurati a causa dei vincoli imposti dalle autorità governative. L’applicazione del Marihuana Tax Act negli USA imponeva pesanti restrizioni su tutti gli utilizzi della Cannabis e di fatto ha ostacolato la ricerca sul CBD per molte decadi e contribuito a diffondere fraintendimenti che equiparano il CBD agli effetti psicoattivi del THC.

    Nel 1963 il biologo e chimico israeliano Raphael Mechoulam isolò nuovamente il CBD e ne chiarì la struttura. Un anno dopo riuscì a identificare e purificare il THC.

    Mechoulam riuscì faticosamente a portare avanti le sue ricerche pionieristiche, sintetizzando molti altri composti della Cannabis e avviando indagini biologiche e cliniche. Purtroppo l’interesse delle istituzioni era minimo e, in assenza di sovvenzioni, per decenni non è stato svolto alcun lavoro clinico, anche quando gli studi cominciarono a dimostrare che il CBD poteva essere un potente farmaco antiepilettico.

    La grande svolta è avvenuta negli anni ’80 quando Mechoulam e suo il team fecero una scoperta rivoluzionaria: il corpo umano produce sostanze simili ai cannabinoidi, chiamate endocannabinoidi!

    cannabis scienza

    Nel 1988 scoprirono il recettore CB1 e nel 1993 il recettore CB2.

    In seguito alla scoperta del sistema endocannabinoide, i ricercatori di molti paesi nel mondo hanno cominciato a produrre un considerevole lavoro per approfondire l’interazione tra la molecola del CBD e i recettori cannabinoidi dell’organismo umano.

    Nel 1985, il Regno Unito ha approvato il primo farmaco a base di CBD, chiamato Sativex, prescritto per trattare la spasticità causata dalla sclerosi multipla.

    Nel 1992, Raphael Mechoulam e i suoi collaboratori identificarono l’arachidoniletanolamide, che fu chiamata anandamide, dal termine ananda che significa “stato di grazia” o anche “beatitudine eterna”, e definirono tale molecola come il primo composto endogeno che interagisce con il recettore CB1.

    Nel 1995, fu identificato il secondo endocannabinoide, il 2-arachidonilglicerolo, che è ancora più abbondante dell’anandamide nel cervello.

    Gli studi approfonditi degli ultimi decenni sono stati un passo significativo per legittimare l’uso del CBD nella medicina occidentale, aprendo la strada alla diffusione di terapie a base di cannabinoidi.
    L' OLIO DI CBD PURO E CERTIFICATO è una straordinaria soluzione naturale per il benessere senza effetti collaterali.
    Per avere ulteriori informazioni su quale olio decide di utilizzare e in quali dosaggi per la tua patologia e per il tuo benessere contattami in WhatsApp al 338 2922472.
    BENVENUTI AI NUOVI ISCRITTI. Se hai sentito parlare del CBD ma non hai ancora esplorato le sue potenzialità, o se sei già un utilizzatore e vuoi saperne di più, sei nel posto giusto. Che tu stia cercando di alleviare lo stress, migliorare il sonno o semplicemente scoprire nuovi modi per prenderti cura di te stesso in modo naturale, il CBD potrebbe essere la risposta che stai cercando! L' utilizzo della Cannabis da parte dell’uomo, che risale a millenni fa. Cos’è il CBD? Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei numerosi composti chimici che vengono naturalmente prodotti dalla pianta di canapa (Cannabis Sativa L.). A differenza del THC, che è il composto psicoattivo della cannabis, il CBD è privo di effetti psicoattivi, il che significa che non altera la percezione della realtà o lo stato di coscienza della persona che lo assume. Il CBD ha guadagnato grande popolarità nel mondo del benessere e della salute naturale grazie alle sue numerose proprietà benefiche. La ricerca scientifica ha riconosciuto da tempo le potenzialità terapeutiche del CBD per una vasta gamma di patologie, dalle più lievi fino al trattamento di malattie degenerative e dolore cronico. Breve storia del CBD Nonostante l’impiego secolare della Cannabis per le sue proprietà sia terapeutiche che psicoattive, la conoscenza della sua chimica è rimasta stranamente limitata fino a tempi molto recenti. A differenza di sostanze come la morfina e la cocaina, già isolate nel 1800, le nozioni scientifiche moderne sulla Cannabis invece , hanno cominciato a svilupparsi soltanto nel xx secolo e l’interesse diffuso verso l’utilizzo del CBD si è diffuso solo nell’ultimo decennio. Il CBD è stato isolato come composto distinto nel 1940 da Roger Adams, negli Stati Uniti. Oltre al CBD, Adams riuscì a isolare anche un altro cannabinoide chiamato CBN (cannabinolo) e a ipotizzare l’esistenza del composto psicoattivo THC (tetraidrocannabinolo). Purtroppo gli studi sulla Cannabis furono quasi totalmente trascurati a causa dei vincoli imposti dalle autorità governative. L’applicazione del Marihuana Tax Act negli USA imponeva pesanti restrizioni su tutti gli utilizzi della Cannabis e di fatto ha ostacolato la ricerca sul CBD per molte decadi e contribuito a diffondere fraintendimenti che equiparano il CBD agli effetti psicoattivi del THC. Nel 1963 il biologo e chimico israeliano Raphael Mechoulam isolò nuovamente il CBD e ne chiarì la struttura. Un anno dopo riuscì a identificare e purificare il THC. Mechoulam riuscì faticosamente a portare avanti le sue ricerche pionieristiche, sintetizzando molti altri composti della Cannabis e avviando indagini biologiche e cliniche. Purtroppo l’interesse delle istituzioni era minimo e, in assenza di sovvenzioni, per decenni non è stato svolto alcun lavoro clinico, anche quando gli studi cominciarono a dimostrare che il CBD poteva essere un potente farmaco antiepilettico. La grande svolta è avvenuta negli anni ’80 quando Mechoulam e suo il team fecero una scoperta rivoluzionaria: il corpo umano produce sostanze simili ai cannabinoidi, chiamate endocannabinoidi! cannabis scienza Nel 1988 scoprirono il recettore CB1 e nel 1993 il recettore CB2. In seguito alla scoperta del sistema endocannabinoide, i ricercatori di molti paesi nel mondo hanno cominciato a produrre un considerevole lavoro per approfondire l’interazione tra la molecola del CBD e i recettori cannabinoidi dell’organismo umano. Nel 1985, il Regno Unito ha approvato il primo farmaco a base di CBD, chiamato Sativex, prescritto per trattare la spasticità causata dalla sclerosi multipla. Nel 1992, Raphael Mechoulam e i suoi collaboratori identificarono l’arachidoniletanolamide, che fu chiamata anandamide, dal termine ananda che significa “stato di grazia” o anche “beatitudine eterna”, e definirono tale molecola come il primo composto endogeno che interagisce con il recettore CB1. Nel 1995, fu identificato il secondo endocannabinoide, il 2-arachidonilglicerolo, che è ancora più abbondante dell’anandamide nel cervello. Gli studi approfonditi degli ultimi decenni sono stati un passo significativo per legittimare l’uso del CBD nella medicina occidentale, aprendo la strada alla diffusione di terapie a base di cannabinoidi. L' OLIO DI CBD PURO E CERTIFICATO è una straordinaria soluzione naturale per il benessere senza effetti collaterali. Per avere ulteriori informazioni su quale olio decide di utilizzare e in quali dosaggi per la tua patologia e per il tuo benessere contattami in WhatsApp al 338 2922472.
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  • COME CURARE LA SCIATICA IN MODO NATURALE CON IL CBD
    L’irritazione del nervo sciatico è una condizione che causa dolore nella porzione lombare della schiena (lombosciatalgia) e si verifica a seguito della compressione della radice del nervo sciatico in corrispondenza dall’uscita dello stesso dalla porzione lombare della colonna o da una compressione periferica del nervo sciatico.
    LA COMPRESSIONE periferica del NERVO SCIATICO sfocia spesso nella sindrome del piriforme, condizione in cui il dolore percepito nella parte bassa della schiena coinvolge sia il gluteo che il nervo sciatico.

    La lombosciatalgia o comunemente ‘sciatica’ è un tipo di mal di schiena che si irradia lungo il percorso del nervo sciatico, causando disagio nei movimenti di routine; infatti, è frequente che il dolore sia talmente intenso da impedire anche semplici attività quotidiane.
    Fortunatamente, esistono rimedi naturali che possono rivelarsi utili nella gestione del dolore acuto e nel dolore cronico che caratterizzano la sciatica.
    Tra i trattamenti per il dolore alla schiena -lombalgia- e tra i metodi impiegati per alleviare il dolore di numerose patologie e condizioni, il ruolo del CBD -cannabidiolo- stimola interesse sempre crescente.

    CAUSE E SINTOMI DELLA SCIATICA
    La sciatica si verifica quando il nervo sciatico, il più lungo del corpo umano, viene danneggiato o compresso con conseguente irritazione e dolore.
    Le cause più comuni della sciatica includono l’ernia del disco, la stenosi spinale, lo scivolamento e disallineamento con spostamento di due vertebre, la sindrome del piriforme e i traumi correlati agli incidenti.

    I sintomi della sciatica possono variare da lievi a severi e sono caratterizzati da bruciore e formicolio lungo il percorso del nervo.
    Le persone affette da sciatica possono anche sperimentare intorpidimento o debolezza muscolare e sensazioni di formicolio ai piedi o alle gambe.

    Esistono anche alcuni fattori di rischio che possono contribuire alla comparsa della lombalgia e che espongono al rischio di sciatica.
    Tra questi: lavori pesanti o ripetitivi, età avanzata che favorisce la disidratazione dei dischi intervertebrali, sovrappeso e sedentarietà, diabete e posture errate.

    TRATTAMENTO DELLA SCIATICA CON IL CBD
    Tra i trattamenti per la sciatica per la riduzione del dolore, quello con il CBD è incredibilmente per la gestione del dolore e dell’infiammazione associati alla sciatica.
    L’assunzione di CBD, infatti, attiva il sistema endocannabinoide naturale del corpo, riducendo la reazione eccessiva dell’organismo responsabile del dolore e dell’infiammazione.

    Il cannabidiolo (CBD) è uno dei molti composti presenti nella pianta di cannabis. A differenza del THC, principale componente psicoattivo della cannabis, il CBD non ha effetti psicoattivi, il che significa che non causa l’effetto “sballo”.

    Il CBD funziona interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo, che è responsabile del mantenimento dell’omeostasi nel corpo.
    Il Sistema Endocannabinoide (ECS) è costituito da una fitta rete di recettori a cui si legano endocannabinoidi e fitocannabinoidi, come il CBD.
    CB1 e CB2, recettori cannabinoidi, legano il CBD e altri cannabinoidi , modulando l’ECS. (Sistema endocanhabinoide).

    Il recettore CB1 è maggiormente diffuso nel Sistema Nervoso Centrale e CB2 nel Sistema immunitario.
    L’attività del sistema endocannabinoide è finalizzata a ripristinare il fisiologico equilibrio dell’organismo (omeostasi) attraverso la regolazione di numerosi meccanismi.

    Esistono due metodi principali per utilizzare il CBD nel trattamento della sciatica. Il primo consiste nell’applicazione di gel o creme o spray specificatamente formulati direttamente sulla pelle per un sollievo mirato e a breve termine. Il secondo metodo prevede l’uso giornaliero di olio di CBD con somministrazione in gocce sublinguale effettuando così una vera terapia antinfiammatoria e analgesica per un sollievo dal dolore cronico con effetto duraturo.

    Il CBD offre numerosi benefici nel trattamento della sciatica. Innanzitutto, è un potente antinfiammatorio naturale, aiuta a ridurre l’infiammazione lungo il percorso del nervo sciatico.
    Il CBD ha proprietà analgesiche, che contribuiscono a ridurre il dolore associato alla sciatica.

    Oltre a questi benefici principali, il CBD può anche aiutare collateralmente a migliorare il sonno, ridurre l’ansia e alleviare lo stress, che possono essere correlati alla sciatica.
    Inoltre, il CBD può contribuire a migliorare la circolazione sanguignae a ridurre la tensione muscolare, favorendo una migliore mobilità e una maggiore flessibilità.

    Applicazione topica: applicare una crema unguento o gel al CBD o palmare poche gocce di olio di CBD direttamente sulla zona colpita per un sollievo mirato ed immediato.

    La sciatica può causare disagio e limitare le attività quotidiane, ma il CBD può essere un valido alleato nel trattamento dei sintomi. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche, il CBD può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore associati alla sciatica.

    È importante consultare il proprio medico prima di utilizzare il CBD per la sciatica e seguire le raccomandazioni di dosaggio. Inoltre, è consigliabile combinare l’uso del CBD con uno stile di vita sano e altre forme di trattamento consigliate per massimizzare i benefici e favorire una rapida guarigione
    COME CURARE LA SCIATICA IN MODO NATURALE CON IL CBD L’irritazione del nervo sciatico è una condizione che causa dolore nella porzione lombare della schiena (lombosciatalgia) e si verifica a seguito della compressione della radice del nervo sciatico in corrispondenza dall’uscita dello stesso dalla porzione lombare della colonna o da una compressione periferica del nervo sciatico. LA COMPRESSIONE periferica del NERVO SCIATICO sfocia spesso nella sindrome del piriforme, condizione in cui il dolore percepito nella parte bassa della schiena coinvolge sia il gluteo che il nervo sciatico. La lombosciatalgia o comunemente ‘sciatica’ è un tipo di mal di schiena che si irradia lungo il percorso del nervo sciatico, causando disagio nei movimenti di routine; infatti, è frequente che il dolore sia talmente intenso da impedire anche semplici attività quotidiane. Fortunatamente, esistono rimedi naturali che possono rivelarsi utili nella gestione del dolore acuto e nel dolore cronico che caratterizzano la sciatica. Tra i trattamenti per il dolore alla schiena -lombalgia- e tra i metodi impiegati per alleviare il dolore di numerose patologie e condizioni, il ruolo del CBD -cannabidiolo- stimola interesse sempre crescente. CAUSE E SINTOMI DELLA SCIATICA La sciatica si verifica quando il nervo sciatico, il più lungo del corpo umano, viene danneggiato o compresso con conseguente irritazione e dolore. Le cause più comuni della sciatica includono l’ernia del disco, la stenosi spinale, lo scivolamento e disallineamento con spostamento di due vertebre, la sindrome del piriforme e i traumi correlati agli incidenti. I sintomi della sciatica possono variare da lievi a severi e sono caratterizzati da bruciore e formicolio lungo il percorso del nervo. Le persone affette da sciatica possono anche sperimentare intorpidimento o debolezza muscolare e sensazioni di formicolio ai piedi o alle gambe. Esistono anche alcuni fattori di rischio che possono contribuire alla comparsa della lombalgia e che espongono al rischio di sciatica. Tra questi: lavori pesanti o ripetitivi, età avanzata che favorisce la disidratazione dei dischi intervertebrali, sovrappeso e sedentarietà, diabete e posture errate. TRATTAMENTO DELLA SCIATICA CON IL CBD Tra i trattamenti per la sciatica per la riduzione del dolore, quello con il CBD è incredibilmente per la gestione del dolore e dell’infiammazione associati alla sciatica. L’assunzione di CBD, infatti, attiva il sistema endocannabinoide naturale del corpo, riducendo la reazione eccessiva dell’organismo responsabile del dolore e dell’infiammazione. Il cannabidiolo (CBD) è uno dei molti composti presenti nella pianta di cannabis. A differenza del THC, principale componente psicoattivo della cannabis, il CBD non ha effetti psicoattivi, il che significa che non causa l’effetto “sballo”. Il CBD funziona interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo, che è responsabile del mantenimento dell’omeostasi nel corpo. Il Sistema Endocannabinoide (ECS) è costituito da una fitta rete di recettori a cui si legano endocannabinoidi e fitocannabinoidi, come il CBD. CB1 e CB2, recettori cannabinoidi, legano il CBD e altri cannabinoidi , modulando l’ECS. (Sistema endocanhabinoide). Il recettore CB1 è maggiormente diffuso nel Sistema Nervoso Centrale e CB2 nel Sistema immunitario. L’attività del sistema endocannabinoide è finalizzata a ripristinare il fisiologico equilibrio dell’organismo (omeostasi) attraverso la regolazione di numerosi meccanismi. Esistono due metodi principali per utilizzare il CBD nel trattamento della sciatica. Il primo consiste nell’applicazione di gel o creme o spray specificatamente formulati direttamente sulla pelle per un sollievo mirato e a breve termine. Il secondo metodo prevede l’uso giornaliero di olio di CBD con somministrazione in gocce sublinguale effettuando così una vera terapia antinfiammatoria e analgesica per un sollievo dal dolore cronico con effetto duraturo. Il CBD offre numerosi benefici nel trattamento della sciatica. Innanzitutto, è un potente antinfiammatorio naturale, aiuta a ridurre l’infiammazione lungo il percorso del nervo sciatico. Il CBD ha proprietà analgesiche, che contribuiscono a ridurre il dolore associato alla sciatica. Oltre a questi benefici principali, il CBD può anche aiutare collateralmente a migliorare il sonno, ridurre l’ansia e alleviare lo stress, che possono essere correlati alla sciatica. Inoltre, il CBD può contribuire a migliorare la circolazione sanguignae a ridurre la tensione muscolare, favorendo una migliore mobilità e una maggiore flessibilità. Applicazione topica: applicare una crema unguento o gel al CBD o palmare poche gocce di olio di CBD direttamente sulla zona colpita per un sollievo mirato ed immediato. La sciatica può causare disagio e limitare le attività quotidiane, ma il CBD può essere un valido alleato nel trattamento dei sintomi. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche, il CBD può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore associati alla sciatica. È importante consultare il proprio medico prima di utilizzare il CBD per la sciatica e seguire le raccomandazioni di dosaggio. Inoltre, è consigliabile combinare l’uso del CBD con uno stile di vita sano e altre forme di trattamento consigliate per massimizzare i benefici e favorire una rapida guarigione
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  • Massimo Nabissi e i cannabinoidi in oncologia
    Il professor Massimo Nabissi, biologo e ricercatore presso l’Università di Camerino, è una figura di rilievo nel campo della ricerca pre-clinica e ha concentrato i suoi studi su oncologia, immunologia e infiammazione.
    Si dedica con particolare interesse ai fitocannabinoidi, i composti bioattivi estratti dalla Cannabis. Le sue ricerche, che includono CBD e il THC, si sono rivelate fondamentali per esplorare nuove frontiere terapeutiche, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei tumori.

    Le prime ricerche
    Dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito della oncologia sperimentale, il professor Nabissi si è interessato allo studio della Cannabis grazie alla lettura di evidenze sperimentali in lavori scientifici e allo studio su un recettore la cui attività veniva regolata dal cannabidiolo.

    Nel 2010, Nabissi ha avviato le prime sperimentazioni con CBD e THC in cellule tumorali di glioblastoma e mieloma multiplo, che hanno evidenziato un ruolo anti-tumorale sia per il THC che per CBD. Inoltre, la combinazione con i chemioterapici utilizzati nella terapia standard per questi tumori, ha evidenziato come l’aggiunta di THC e CBD fosse in grado di aumentare l’effetto citotossico degli stessi chemioterapici e come l’aggiunta dei cannabinoidi potesse permettere di ottenere un effetto antitumorale maggiore, permettendo di ridurre le dosi dei chemioterapici. Questi dati hanno suggerito un effetto sinergico dei cannabinoidi con alcuni tipi di chemioterapici (ossia, l’effetto delle combinazioni è maggiore della somma delle singole molecole).

    Il potere dei cannabinoidi

    Massimo Nabissi ha proseguito la sua attività di ricerca studiando le interazioni di CBD e THC con altri cannabinoidi in diversi modelli sperimentali di tumore (glioblastoma, mieloma multiplo, pancreas, endometrio) e valutando i potenziali effetti sinergici dei cannabinoidi con altri fitoterapici o altre terapie palliative. Il suo lavoro è stato pubblicato nel 2015 sull’International Journal of Cancer, una prestigiosa rivista scientifica internazionale in ambito oncologico.

    I dati significativi ottenuti grazie al suo lavoro di ricerca pre-clinica hanno contribuito all’avvio della prima sperimentazione clinica in pazienti affetti da mieloma multiplo.

    Meccanismi d’azione
    Uno degli aspetti più interessanti delle ricerche di Nabissi riguarda i meccanismi molecolari con cui i fitocannabinoidi agiscono. Il CBD e il THC, sebbene condividano alcune caratteristiche, interagiscono con i recettori cellulari in modo diverso. Non si limitano infatti a legarsi ai classici recettori CB1 e CB2, ma coinvolgono una vasta gamma di recettori, come quelli vanilloidi (TRPV1-2-3-4) e PPAR-gamma. Questa complessità molecolare permette ai cannabinoidi di indurre la morte selettiva delle cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane, un obiettivo cruciale nelle terapie antitumorali.

    Il futuro della Cannabis Terapeutica
    Nonostante le potenzialità dimostrate dai fitocannabinoidi nei modelli pre-clinici, Nabissi sottolinea che la comunità scientifica è ancora lontana dall’utilizzare la Cannabis come terapia standardizzata contro i tumori. La mancanza di studi clinici su larga scala è uno dei principali ostacoli, ma vi sono molte speranze che le sperimentazioni avviate in altri paesi possano fornire dati solidi. Fino ad oggi, il professor Nabissi ha lavorato principalmente con composti purificati, ma è interessato a esplorare il potenziale degli estratti full spectrum, che potrebbero avere effetti più complessi e promettenti.

    L’Italia è attualmente uno dei pochi paesi in cui, tra mille difficoltà, si riesce a fare ricerca con derivati della Cannabis, ma è estremamente difficile reperire finanziamenti mirati. Per quanto riguarda il lavoro sul mieloma multiplo, la ricerca è stata presa come riferimento per il deposito di un brevetto sull’uso di derivati della Cannabis, depositato da due ditte farmaceutiche estere.

    ricerca cannabis oncologia

    Il benessere del paziente
    La Cannabis è oggetto di studio in molte terapie (oncologiche, infiammatorie croniche, neurodegenerative, ecc.) anche come farmaco in grado di migliorare il senso di benessere nel paziente. Secondo il professor Nabissi, questo obiettivo è un fondamentale risultato terapeutico, che non dovrebbe mai prescindere dalla terapia che il paziente sta seguendo. Le combinazioni farmacologiche dovrebbero agire nel ridurre, eliminare o rallentare il decoroso di una malattia, ma se la terapia farmacologica ha una tossicità tale da creare nel paziente un malessere aggiuntivo, si deve fortemente valutare l’aggiunta di altri trattamenti terapeutici mirati a ridurre il malessere del paziente e la terapia con Cannabis può fornire un grande valore aggiunto.

    L’opera del professor Massimo Nabissi rappresenta una delle voci più autorevoli nel panorama della ricerca sui cannabinoidi, che hanno dimostrato (in studi pre-clinici) di funzionare come anti-tumorali e migliorando la risposta biologica dei chemioterapici, quando utilizzati in combinazione con cannabinoidi.

    Non è corretto cercare di individuare nella Cannabis “la molecola che cura il cancro” in quanto purtroppo non è ancora possibile trovare un singolo trattamento in grado di sconfiggere il cancro, anche perché le patologie tumorali sono molto diverse fra loro e ogni tipo di tumore richiederebbe una terapia mirata.

    C’è ancora molta strada da fare per integrare pienamente la Cannabis Terapeutica nelle cure oncologiche tradizionali, ma il lavoro di Nabissi ha aperto nuove possibilità di trattamento. In futuro, si auspica che studi clinici su larga scala possano portare a un uso più diffuso e sicuro della Cannabis in oncologia.
    Massimo Nabissi e i cannabinoidi in oncologia Il professor Massimo Nabissi, biologo e ricercatore presso l’Università di Camerino, è una figura di rilievo nel campo della ricerca pre-clinica e ha concentrato i suoi studi su oncologia, immunologia e infiammazione. Si dedica con particolare interesse ai fitocannabinoidi, i composti bioattivi estratti dalla Cannabis. Le sue ricerche, che includono CBD e il THC, si sono rivelate fondamentali per esplorare nuove frontiere terapeutiche, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei tumori. Le prime ricerche Dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito della oncologia sperimentale, il professor Nabissi si è interessato allo studio della Cannabis grazie alla lettura di evidenze sperimentali in lavori scientifici e allo studio su un recettore la cui attività veniva regolata dal cannabidiolo. Nel 2010, Nabissi ha avviato le prime sperimentazioni con CBD e THC in cellule tumorali di glioblastoma e mieloma multiplo, che hanno evidenziato un ruolo anti-tumorale sia per il THC che per CBD. Inoltre, la combinazione con i chemioterapici utilizzati nella terapia standard per questi tumori, ha evidenziato come l’aggiunta di THC e CBD fosse in grado di aumentare l’effetto citotossico degli stessi chemioterapici e come l’aggiunta dei cannabinoidi potesse permettere di ottenere un effetto antitumorale maggiore, permettendo di ridurre le dosi dei chemioterapici. Questi dati hanno suggerito un effetto sinergico dei cannabinoidi con alcuni tipi di chemioterapici (ossia, l’effetto delle combinazioni è maggiore della somma delle singole molecole). Il potere dei cannabinoidi Massimo Nabissi ha proseguito la sua attività di ricerca studiando le interazioni di CBD e THC con altri cannabinoidi in diversi modelli sperimentali di tumore (glioblastoma, mieloma multiplo, pancreas, endometrio) e valutando i potenziali effetti sinergici dei cannabinoidi con altri fitoterapici o altre terapie palliative. Il suo lavoro è stato pubblicato nel 2015 sull’International Journal of Cancer, una prestigiosa rivista scientifica internazionale in ambito oncologico. I dati significativi ottenuti grazie al suo lavoro di ricerca pre-clinica hanno contribuito all’avvio della prima sperimentazione clinica in pazienti affetti da mieloma multiplo. Meccanismi d’azione Uno degli aspetti più interessanti delle ricerche di Nabissi riguarda i meccanismi molecolari con cui i fitocannabinoidi agiscono. Il CBD e il THC, sebbene condividano alcune caratteristiche, interagiscono con i recettori cellulari in modo diverso. Non si limitano infatti a legarsi ai classici recettori CB1 e CB2, ma coinvolgono una vasta gamma di recettori, come quelli vanilloidi (TRPV1-2-3-4) e PPAR-gamma. Questa complessità molecolare permette ai cannabinoidi di indurre la morte selettiva delle cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane, un obiettivo cruciale nelle terapie antitumorali. Il futuro della Cannabis Terapeutica Nonostante le potenzialità dimostrate dai fitocannabinoidi nei modelli pre-clinici, Nabissi sottolinea che la comunità scientifica è ancora lontana dall’utilizzare la Cannabis come terapia standardizzata contro i tumori. La mancanza di studi clinici su larga scala è uno dei principali ostacoli, ma vi sono molte speranze che le sperimentazioni avviate in altri paesi possano fornire dati solidi. Fino ad oggi, il professor Nabissi ha lavorato principalmente con composti purificati, ma è interessato a esplorare il potenziale degli estratti full spectrum, che potrebbero avere effetti più complessi e promettenti. L’Italia è attualmente uno dei pochi paesi in cui, tra mille difficoltà, si riesce a fare ricerca con derivati della Cannabis, ma è estremamente difficile reperire finanziamenti mirati. Per quanto riguarda il lavoro sul mieloma multiplo, la ricerca è stata presa come riferimento per il deposito di un brevetto sull’uso di derivati della Cannabis, depositato da due ditte farmaceutiche estere. ricerca cannabis oncologia Il benessere del paziente La Cannabis è oggetto di studio in molte terapie (oncologiche, infiammatorie croniche, neurodegenerative, ecc.) anche come farmaco in grado di migliorare il senso di benessere nel paziente. Secondo il professor Nabissi, questo obiettivo è un fondamentale risultato terapeutico, che non dovrebbe mai prescindere dalla terapia che il paziente sta seguendo. Le combinazioni farmacologiche dovrebbero agire nel ridurre, eliminare o rallentare il decoroso di una malattia, ma se la terapia farmacologica ha una tossicità tale da creare nel paziente un malessere aggiuntivo, si deve fortemente valutare l’aggiunta di altri trattamenti terapeutici mirati a ridurre il malessere del paziente e la terapia con Cannabis può fornire un grande valore aggiunto. L’opera del professor Massimo Nabissi rappresenta una delle voci più autorevoli nel panorama della ricerca sui cannabinoidi, che hanno dimostrato (in studi pre-clinici) di funzionare come anti-tumorali e migliorando la risposta biologica dei chemioterapici, quando utilizzati in combinazione con cannabinoidi. Non è corretto cercare di individuare nella Cannabis “la molecola che cura il cancro” in quanto purtroppo non è ancora possibile trovare un singolo trattamento in grado di sconfiggere il cancro, anche perché le patologie tumorali sono molto diverse fra loro e ogni tipo di tumore richiederebbe una terapia mirata. C’è ancora molta strada da fare per integrare pienamente la Cannabis Terapeutica nelle cure oncologiche tradizionali, ma il lavoro di Nabissi ha aperto nuove possibilità di trattamento. In futuro, si auspica che studi clinici su larga scala possano portare a un uso più diffuso e sicuro della Cannabis in oncologia.
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  • Breve tutorial su Apexcoins
    https://youtu.be/tG09UwYtPYg?si=r3pTauR0NlGA0G2r
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  • APEXCOINS
    Ragazzi vi confermo la zoom di lunedì 16 ore 21
    Massimiliano Chef Marbella sarà in collegamento con noi, farà una breve presentazione del progetto e ci mostrerà i suoi risultati raggiunti.
    Chi ha domande da fare si sintonizzi


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  • Come rispondo ai vari operatori telefonici che chiamano continuamente con le loro offerte di luce e gas: voi riuscite ad azzerare le bollette!???? Un breve silenzio. Poi dicono: no, noi no!
    Sanno che c'è chi lo può fare.
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    Stanco di pagare luce e gas e canone RAI!!!??????
    Hai trovato la soluzione!
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  • Robex AI arrivato in Italia
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  • Tori sotto pressione

    10 luglio 2024 • 6 minuti di lettura

    Dopo diversi mesi di movimento laterale dei prezzi, Bitcoin ha sperimentato la sua correzione più profonda dalla fine del 2022, scambiando al di sotto della DMA 200 e mettendo un numero significativo di detentori a breve termine in una perdita non realizzata.

    #mercato #bitcoin #previsione #analisi

    https://insights.glassnode.com/the-week-onchain-week-28-2024
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    Bulls Under Pressure
    Following several months of sideways price action, Bitcoin has experienced its deepest correction since late 2022, trading below the 200DMA, and putting a significant number of Short-Term Holders into an unrealized loss.
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  • Al mio cane

    La parte più difficile nell’avere un cane, non è “l’impegno” che molti credono stia solo nel doverlo portare fuori a orari cadenzati, freddo o caldo che sia, pioggia o neve, sonno o semplicemente mancanza di voglia.
    Non è nemmeno il dovergli dedicare del tempo per giocare, nel farlo sentire ciò che è, un cane appunto, con i suoi istinti da soddisfare come, per esempio, il suo bisogno di predare, sopperendo con palline e giocattoli vari.
    Neppure il garantirgli del cibo sano e cure veterinarie che gli allungheranno di un po’ la sua già breve vita, è complicato.
    Nemmeno il tappeto di pelo onnipresente sul pavimento di casa, nonostante il costante uso dell’aspirapolvere di ultima generazione, lo è; ci si abitua, tanto quanto quello presente sui vestiti, che, piano piano, diventa un accessorio abituale.
    Ho persino capito che non è neanche il fatto di avere una vita libera, dove puoi partecipare ad ogni genere di evento “glamour” in cui la presenza di un cane non sia contemplata, che rende più difficile il trascorrere le serate.

    Niente di tutto questo mi è mai pesato, nemmeno per un istante.

    La parte più difficile è vedere che i colori del manto non sono più così intensi, che l’energia che metteva nella rincorsa di una pallina è quella che un cuore non più giovane, concede.
    La parte più difficile è quella di vedere il cucciolo che hai conosciuto il primo giorno, imprigionato in quello stesso corpo che non gli permette più di fare ciò che riusciva soltanto qualche anno fa.
    La parte più difficile è accettare il fatto che lui è solo una breve parentesi della tua vita mentre tu sei il senso di tutta la sua.

    (G. Piccinini)
    Al mio cane La parte più difficile nell’avere un cane, non è “l’impegno” che molti credono stia solo nel doverlo portare fuori a orari cadenzati, freddo o caldo che sia, pioggia o neve, sonno o semplicemente mancanza di voglia. Non è nemmeno il dovergli dedicare del tempo per giocare, nel farlo sentire ciò che è, un cane appunto, con i suoi istinti da soddisfare come, per esempio, il suo bisogno di predare, sopperendo con palline e giocattoli vari. Neppure il garantirgli del cibo sano e cure veterinarie che gli allungheranno di un po’ la sua già breve vita, è complicato. Nemmeno il tappeto di pelo onnipresente sul pavimento di casa, nonostante il costante uso dell’aspirapolvere di ultima generazione, lo è; ci si abitua, tanto quanto quello presente sui vestiti, che, piano piano, diventa un accessorio abituale. Ho persino capito che non è neanche il fatto di avere una vita libera, dove puoi partecipare ad ogni genere di evento “glamour” in cui la presenza di un cane non sia contemplata, che rende più difficile il trascorrere le serate. Niente di tutto questo mi è mai pesato, nemmeno per un istante. La parte più difficile è vedere che i colori del manto non sono più così intensi, che l’energia che metteva nella rincorsa di una pallina è quella che un cuore non più giovane, concede. La parte più difficile è quella di vedere il cucciolo che hai conosciuto il primo giorno, imprigionato in quello stesso corpo che non gli permette più di fare ciò che riusciva soltanto qualche anno fa. La parte più difficile è accettare il fatto che lui è solo una breve parentesi della tua vita mentre tu sei il senso di tutta la sua. (G. Piccinini)
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