• Nuova informativa sulla sostenibilità: obbligo di legge per le imprese a partire dal 2024!

    È stato pubblicato ieri, 10 settembre, in Gazzetta Ufficiale il DLgs. 125/2024, che recepisce la direttiva UE 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (#CSRD). Questo decreto introduce obblighi specifici per le imprese in merito alla rendicontazione delle loro performance ambientali e sociali, promuovendo trasparenza e responsabilità.

     Chi è coinvolto?
    Dal 1° gennaio 2024: l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità riguarda le grandi imprese con oltre 500 dipendenti e le società madri di grandi gruppi.
    Dal 1° gennaio 2025: l’obbligo sarà esteso alle altre grandi imprese che superano i limiti di attivo (€25 milioni), ricavi (€50 milioni), o dipendenti (250).
    Dal 1° gennaio 2026: l’obbligo si estenderà alle PMI quotate con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati.

     Quali sono le previsioni per le PMI? 
    Per le PMI quotate che rientrano nei nuovi limiti, la normativa prevede la possibilità di differire l'obbligo di rendicontazione fino al 2028, a condizione che forniscano spiegazioni sulle motivazioni di tale decisione. Una novità importante riguarda il numero minimo di dipendenti richiesti per essere considerate soggette all'obbligo: 11 dipendenti. Questo intervallo stabilisce che le PMI obbligate a redigere l'informativa di sostenibilità devono avere un numero medio di dipendenti compreso tra 11 e 250, oltre a soddisfare i criteri di attivo (450.000€ – 25 milioni di €) e ricavi (900.000€ – 50 milioni di €).

     Revisione della sostenibilità: il decreto prevede l’introduzione di requisiti specifici per i revisori. I revisori che si occuperanno della rendicontazione di sostenibilità dovranno acquisire crediti formativi annuali e sottoporsi a percorsi di qualificazione specifici. È possibile che il revisore della sostenibilità sia diverso da quello del bilancio.

     Le PMI avranno più tempo: anche se l’obbligo per le PMI quotate partirà dal 2026, hanno la possibilità di rinviare l’applicazione della normativa fino al 2028, purché giustifichino tale scelta.

    Questo quadro normativo segna un cambiamento epocale, rendendo la sostenibilità non più una scelta facoltativa ma un obbligo. Le imprese italiane sono chiamate a integrarla nelle loro strategie per garantire trasparenza e responsabilità.
    Nuova informativa sulla sostenibilità: obbligo di legge per le imprese a partire dal 2024! È stato pubblicato ieri, 10 settembre, in Gazzetta Ufficiale il DLgs. 125/2024, che recepisce la direttiva UE 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (#CSRD). Questo decreto introduce obblighi specifici per le imprese in merito alla rendicontazione delle loro performance ambientali e sociali, promuovendo trasparenza e responsabilità. 🔍 Chi è coinvolto? Dal 1° gennaio 2024: l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità riguarda le grandi imprese con oltre 500 dipendenti e le società madri di grandi gruppi. Dal 1° gennaio 2025: l’obbligo sarà esteso alle altre grandi imprese che superano i limiti di attivo (€25 milioni), ricavi (€50 milioni), o dipendenti (250). Dal 1° gennaio 2026: l’obbligo si estenderà alle PMI quotate con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati. 🔄 Quali sono le previsioni per le PMI?  Per le PMI quotate che rientrano nei nuovi limiti, la normativa prevede la possibilità di differire l'obbligo di rendicontazione fino al 2028, a condizione che forniscano spiegazioni sulle motivazioni di tale decisione. Una novità importante riguarda il numero minimo di dipendenti richiesti per essere considerate soggette all'obbligo: 11 dipendenti. Questo intervallo stabilisce che le PMI obbligate a redigere l'informativa di sostenibilità devono avere un numero medio di dipendenti compreso tra 11 e 250, oltre a soddisfare i criteri di attivo (450.000€ – 25 milioni di €) e ricavi (900.000€ – 50 milioni di €). 📋 Revisione della sostenibilità: il decreto prevede l’introduzione di requisiti specifici per i revisori. I revisori che si occuperanno della rendicontazione di sostenibilità dovranno acquisire crediti formativi annuali e sottoporsi a percorsi di qualificazione specifici. È possibile che il revisore della sostenibilità sia diverso da quello del bilancio. ⚠️ Le PMI avranno più tempo: anche se l’obbligo per le PMI quotate partirà dal 2026, hanno la possibilità di rinviare l’applicazione della normativa fino al 2028, purché giustifichino tale scelta. Questo quadro normativo segna un cambiamento epocale, rendendo la sostenibilità non più una scelta facoltativa ma un obbligo. Le imprese italiane sono chiamate a integrarla nelle loro strategie per garantire trasparenza e responsabilità.
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  • UN DURO COLPO AL GOVERNO.
    LA CANNABIS LIGHT NON È UNA DROGA.
    IL TAR BOCCIA IL GROTTESCO E ASSURDO DECRETO DEL GOVERNO.
    DI STUPEFACENTE NELLA CANNABIS TERAPEUTICA SATIVA L.
    E IL SUO DERIVATO NATURALE OLIO DI CBD (CANNABINOIDE NON PSICOTROPO) C'È SOLTANTO LA DISINFORMAZIONE.

    LA DECISIONE
    La cannabis light non è una droga, il Tar BOCCIA il governo.
    Il TRIBUNALE ha accolto l'istanza presentata contro il decreto del ministero della Salute.
    Ora la battaglia si sposta in Parlamento, dove è in discussione il Ddl Sicurezza

    11 settembre 2024 14:39
    Il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata contro il Decreto del ministero della Salute che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd, meglio conosciuta come cannabis light, nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, sospendendo la direttiva del governo Meloni. A darne notizia è stata l'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), che ha espresso "viva soddisfazione".

    L'emendamento contro la cannabis light che rischia di favorire il sommerso
    La decisione del tribunale arriva come un fulmine a ciel sereno durante la discussione sul controverso Ddl Sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. Al suo interno, è stato presentato un emendamento che punta a vietare le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno THC (il principio psicoattivo della cannabis, non contenuto in quella legalmente in commercio). Secondo il Forum sulle droghe, che ha scritto un appello contro l'emendamento,
    "la criminalizzazione del mercato della cannabis light produrrebbe un effetto giuridico paradossale: Punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o consuma infiorescenze prive di effetti psicoattivi".
    Le associazioni e i rappresentanti dei produttori sostengono da sempre che una norma di questo tipo, oltre a essere antiscientifica, non farebbe altro che favorire il commercio illegale e di conseguenza la criminalità organizzata.

    Una coltivazione di cannabis light
    "Il giudice amministrativo - spiega ancora Ici - ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave e irreparabile danno che l'applicazione del decreto comporta all'intero settore, e ha deciso di sospenderne l'efficacia in attesa del giudizio di merito.
    Questa decisione rappresenta un'importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l'applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative e irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti".

    È un duro colpo alla propaganda di una parte del governo, soprattutto per la Lega di Matteo Salvini, che ha sempre bollato la canapa come una droga, malgrado le evidenze scientifiche lo smentiscano. "Nell'ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del prof. Ciallella (già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma) - prosegue l'associazione - è stato dimostrato che il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l'inclusione tra le sostanze stupefacenti.
    Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio, ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un'opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole''.

    Furfaro: "Il Tar del Lazio conferma l'incompetenza del governo"
    "Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti", ha commentato il deputato del Partito Democratico, Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali. "Oggi il tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un'istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l'impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L'obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia.
    Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone.
    Ora la battaglia si sposterà di nuovo in Parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventare strategico per l'economia del nostro Paese".

    Magi: "Smontata la propaganda"
    Dello stesso avviso il segretario di Europa, Riccardo Magi:
    "Il Tar del Lazio - commenta - confermando che il Cbd non ha nulla a che fare nemmeno lontanamente con le sostanze stupefacenti, smonta tutta la propaganda proibizionista del governo sulla cannabis light e, con questa tempestiva pronuncia, incide profondamente anche su ciò che l'aula di Montecitorio sta discutendo in queste ore, ovvero sulla parte del ddl sicurezza che di fatto cancella con un colpo di spugna l'intero settore della canapa industriale. Il governo e la maggioranza, se non vogliono vedere anche questo provvedimento smontato dalle sentenze, stralcino l'articolo che mette fuorilegge la cannabis light, approvando il nostro emendamento che sopprime l'articolo 18, e la smettano di condurre questa caccia alle streghe". Intanto, a Montecitorio, il vicepresidente del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, ha chiesto un'informativa in aula del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

    La cannabis light non è una droga, il Tar boccia il governo
    UN DURO COLPO AL GOVERNO. LA CANNABIS LIGHT NON È UNA DROGA. IL TAR BOCCIA IL GROTTESCO E ASSURDO DECRETO DEL GOVERNO. DI STUPEFACENTE NELLA CANNABIS TERAPEUTICA SATIVA L. E IL SUO DERIVATO NATURALE OLIO DI CBD (CANNABINOIDE NON PSICOTROPO) C'È SOLTANTO LA DISINFORMAZIONE. LA DECISIONE La cannabis light non è una droga, il Tar BOCCIA il governo. Il TRIBUNALE ha accolto l'istanza presentata contro il decreto del ministero della Salute. Ora la battaglia si sposta in Parlamento, dove è in discussione il Ddl Sicurezza 11 settembre 2024 14:39 Il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata contro il Decreto del ministero della Salute che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd, meglio conosciuta come cannabis light, nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, sospendendo la direttiva del governo Meloni. A darne notizia è stata l'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), che ha espresso "viva soddisfazione". L'emendamento contro la cannabis light che rischia di favorire il sommerso La decisione del tribunale arriva come un fulmine a ciel sereno durante la discussione sul controverso Ddl Sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. Al suo interno, è stato presentato un emendamento che punta a vietare le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno THC (il principio psicoattivo della cannabis, non contenuto in quella legalmente in commercio). Secondo il Forum sulle droghe, che ha scritto un appello contro l'emendamento, "la criminalizzazione del mercato della cannabis light produrrebbe un effetto giuridico paradossale: Punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o consuma infiorescenze prive di effetti psicoattivi". Le associazioni e i rappresentanti dei produttori sostengono da sempre che una norma di questo tipo, oltre a essere antiscientifica, non farebbe altro che favorire il commercio illegale e di conseguenza la criminalità organizzata. Una coltivazione di cannabis light "Il giudice amministrativo - spiega ancora Ici - ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave e irreparabile danno che l'applicazione del decreto comporta all'intero settore, e ha deciso di sospenderne l'efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione rappresenta un'importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l'applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative e irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti". È un duro colpo alla propaganda di una parte del governo, soprattutto per la Lega di Matteo Salvini, che ha sempre bollato la canapa come una droga, malgrado le evidenze scientifiche lo smentiscano. "Nell'ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del prof. Ciallella (già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma) - prosegue l'associazione - è stato dimostrato che il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l'inclusione tra le sostanze stupefacenti. Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio, ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un'opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole''. Furfaro: "Il Tar del Lazio conferma l'incompetenza del governo" "Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti", ha commentato il deputato del Partito Democratico, Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali. "Oggi il tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un'istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l'impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L'obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia. Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone. Ora la battaglia si sposterà di nuovo in Parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventare strategico per l'economia del nostro Paese". Magi: "Smontata la propaganda" Dello stesso avviso il segretario di Europa, Riccardo Magi: "Il Tar del Lazio - commenta - confermando che il Cbd non ha nulla a che fare nemmeno lontanamente con le sostanze stupefacenti, smonta tutta la propaganda proibizionista del governo sulla cannabis light e, con questa tempestiva pronuncia, incide profondamente anche su ciò che l'aula di Montecitorio sta discutendo in queste ore, ovvero sulla parte del ddl sicurezza che di fatto cancella con un colpo di spugna l'intero settore della canapa industriale. Il governo e la maggioranza, se non vogliono vedere anche questo provvedimento smontato dalle sentenze, stralcino l'articolo che mette fuorilegge la cannabis light, approvando il nostro emendamento che sopprime l'articolo 18, e la smettano di condurre questa caccia alle streghe". Intanto, a Montecitorio, il vicepresidente del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, ha chiesto un'informativa in aula del ministro della Salute, Orazio Schillaci. La cannabis light non è una droga, il Tar boccia il governo
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  • https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2024/06/26/181808-case-green-la-direttiva-spaventa-gli-italiani-2-5-milioni-vogliono-vendere
    Quando una direttiva provoca una vendita diffusa secondo voi dove vanno i prezzi?

    Naturalmente chi vende andrà ad abitare in locazione o in un altro paese, è questo il destino dell'Italia del futuro?

    #vendita #case #direttiva #green
    https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2024/06/26/181808-case-green-la-direttiva-spaventa-gli-italiani-2-5-milioni-vogliono-vendere Quando una direttiva provoca una vendita diffusa secondo voi dove vanno i prezzi? Naturalmente chi vende andrà ad abitare in locazione o in un altro paese, è questo il destino dell'Italia del futuro? #vendita #case #direttiva #green
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    Case green, la direttiva spaventa gli italiani: 2,5 milioni vogliono vendere
    La normativa UE sulle case green sta già influenzando significativamente il mercato immobiliare italiano, spingendo sia i venditori sia gli acquirenti a rivedere le proprie strategie in risposta ai nuovi requisiti di efficienza energetica. Secondo un'indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, ad esempio, quasi 2,5 milioni di italiani hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione, spaventati dai potenziali costi di ristrutturazione necessari per adeguarsi alle nuove direttive
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  • È UFFICIALE!
    Ecco tutto quello che devi sapere sulla Direttiva Case Green

    #direttiva #case #green #europa #ufficiale
    È UFFICIALE! Ecco tutto quello che devi sapere sulla Direttiva Case Green #direttiva #case #green #europa #ufficiale
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  • https://newsletter.greenplanner.it/p/come-attuare-la-direttiva-europea

    Come attuare la direttiva europea case green in Italia?

    Si avvicina l'appuntamento con REbuild 2024 (14-15 maggio), evento che da 10 edizioni anticipa i trend del Real Estate e dà indicazioni innovative agli addetti ai lavori

    #direttiva #europea #case #green
    https://newsletter.greenplanner.it/p/come-attuare-la-direttiva-europea Come attuare la direttiva europea case green in Italia? Si avvicina l'appuntamento con REbuild 2024 (14-15 maggio), evento che da 10 edizioni anticipa i trend del Real Estate e dà indicazioni innovative agli addetti ai lavori #direttiva #europea #case #green
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    Come attuare la direttiva europea case green in Italia?
    Si avvicina l'appuntamento con REbuild 2024 (14-15 maggio), evento che da 10 edizioni anticipa i trend del Real Estate e dà indicazioni innovative agli addetti ai lavori
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  • [Nick Giambruno] nell'intervista tradotta presente nel video "Attacco ai conti correnti – MN #254" di Roberto Mazzoni.

    Sì, assolutamente. Anche questa è un’altra cosa. Stiamo dicendo che il denaro nel conto in banca non è assolutamente quello che la maggior parte delle persone pensa che sia. Ma lo stesso discorso vale per le azioni e per le obbligazioni che avete nel vostro portafoglio d’investimento. Non è come la gente se lo immagina, perché tecnicamente non siete i veri proprietari delle azioni e delle obbligazioni che sono nel vostro portafoglio, bensì appartengono al broker, e voi avete solo una promessa da parte del broker che vi consegnerà le azioni o le obbligazioni su richiesta.

    Non è assolutamente la stessa cosa del possederle in prima persona. E il motivo di questo è perché, nel caso in cui il broker finisca nei guai oppure ci sia un altro crollo finanziario diffuso, le azioni e le obbligazioni che pensate di possedere, ma non possedete davvero, verranno usate per soddisfare gli altri creditori. Perché voi siete creditori chirografari. Il sistema finanziario è una grande illusione e la maggior parte delle persone non lo capisce. Ed è a dir poco maturo per la prossima crisi.

    P.S.: Catastrofista? E se fosse vero?

    Vi allego il dettato dell'art. 1834 del Codice Civile. Non è tutto c'è anche la direttiva 2015/59/UErecepiti in Italia e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale il 16 novembre 2015 che riguardano le procedure di risoluzione e gestione delle crisi bancarie e degli intermediari finanziari, nota come "bail-in".

    Può bastare?

    Informazioni e consulenza: vrfinanza@pm.me

    #conti #correnti #banca #proprietà #disponibilità #conto #titoli #depositi #bancari #bailin #crisi #bancarie
    [Nick Giambruno] nell'intervista tradotta presente nel video "Attacco ai conti correnti – MN #254" di Roberto Mazzoni. Sì, assolutamente. Anche questa è un’altra cosa. Stiamo dicendo che il denaro nel conto in banca non è assolutamente quello che la maggior parte delle persone pensa che sia. Ma lo stesso discorso vale per le azioni e per le obbligazioni che avete nel vostro portafoglio d’investimento. Non è come la gente se lo immagina, perché tecnicamente non siete i veri proprietari delle azioni e delle obbligazioni che sono nel vostro portafoglio, bensì appartengono al broker, e voi avete solo una promessa da parte del broker che vi consegnerà le azioni o le obbligazioni su richiesta. Non è assolutamente la stessa cosa del possederle in prima persona. E il motivo di questo è perché, nel caso in cui il broker finisca nei guai oppure ci sia un altro crollo finanziario diffuso, le azioni e le obbligazioni che pensate di possedere, ma non possedete davvero, verranno usate per soddisfare gli altri creditori. Perché voi siete creditori chirografari. Il sistema finanziario è una grande illusione e la maggior parte delle persone non lo capisce. Ed è a dir poco maturo per la prossima crisi. P.S.: Catastrofista? E se fosse vero? Vi allego il dettato dell'art. 1834 del Codice Civile. Non è tutto c'è anche la direttiva 2015/59/UErecepiti in Italia e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale il 16 novembre 2015 che riguardano le procedure di risoluzione e gestione delle crisi bancarie e degli intermediari finanziari, nota come "bail-in". Può bastare? Informazioni e consulenza: vrfinanza@pm.me #conti #correnti #banca #proprietà #disponibilità #conto #titoli #depositi #bancari #bailin #crisi #bancarie
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  • https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2024/03/12/179880-case-green-l-europarlamento-approva-l-accordo-sulla-direttiva
    Via libera alla direttiva Ue sulle case green. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, a Strasburgo, con 370 voti contro 199 e 46 astenuti, l'accordo raggiunto in "trilogo" con il Consiglio Ue sulla cosiddetta direttiva sulle "case green", che stabilisce nuove regole per le prestazioni energetiche nell'edilizia, allo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore entro il 2030 e di pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Per la sua adozione definitiva, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio Ue.
    Tutto ciò a beneficio di chi?
    Questa è la vera domanda!
    #case #green #direttiva #europea
    https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2024/03/12/179880-case-green-l-europarlamento-approva-l-accordo-sulla-direttiva Via libera alla direttiva Ue sulle case green. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, a Strasburgo, con 370 voti contro 199 e 46 astenuti, l'accordo raggiunto in "trilogo" con il Consiglio Ue sulla cosiddetta direttiva sulle "case green", che stabilisce nuove regole per le prestazioni energetiche nell'edilizia, allo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore entro il 2030 e di pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Per la sua adozione definitiva, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio Ue. Tutto ciò a beneficio di chi? Questa è la vera domanda! #case #green #direttiva #europea
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    Case green, l'Europarlamento approva l'accordo sulla direttiva
    La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, a Strasburgo, con 370 voti contro 199 e 46 astenuti, l'accordo raggiunto in "trilogo" con il Consiglio Ue sulla cosiddetta direttiva sulle "case green", che stabilisce nuove regole per le prestazioni energetiche nell'edilizia, allo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore entro il 2030 e di pervenire alla neutralità climatica entro il 2050
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