SCEGLIERE COL CUORE E NON CON IL CERVELLO

"Quando Persefone mangia i semi di melograno offertole da Ade, lei compie una scelta. Questo episodio presente nel mito, permette a tutti noi di osservare che nella vita non possiamo esimerci dal compiere delle scelte. Ogni scelta è in genere il risultato di una profonda conflittualità interna, ma quando la scelta è stata fatta ne consegue tutta una storia che noi dobbiamo riuscire a vivere ed affrontare. Dobbiamo cioè trovare il coraggio di andare fino in fondo, assumendoci la responsabilità delle nostre decisioni e di tutto ciò che ne conseguirà."
L'anima delle donne, Bompiani ed.
Aldo Carotenuto
(Citazione di Moreno Mainardis)

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Quando Jung assegna all'Anima la funzione di "sentire" in profondità, le riconosce anche la facoltà di saper operare delle scelte non soltanto razionalmente, ma anche in modo più istintivo, viscerale. Questo può avvenire nel superamento dei conflitti interiori attraverso la passione ed il sentimento, che sono tutti attributi del nostro Femminile. Il mito di Persefone non inizia con una scelta, ma termina con una decisione molto ferma: mangiare la melagrana, la mette dinanzi ad una storia di cui si assume tutte le responsabilità. E vivere metà tempo nell'Ade e metà alla luce del sole, conseguenza della sua scelta, rappresenta un chiaro esempio metaforico del superamento anche dei contrari, fatti divenire una sequenza armoniosa, ovvero quella integrazione di luce e ombra che spesso è al centro del discorso junghiano.
Operare una scelta è sempre un atto di coraggio perchè comporta una grande responsabilità.

Carotenuto sceglie un personaggio archetipico femminile come esempio perchè identifica nella donna un coraggio particolare e quindi spesso una maggiore libertà di scelta, sempre che naturalmente non sia a sua volta vittima delle convenzioni, del ruolo storico e del proprio Animus. Questo avviene perchè, come abbiamo detto, la donna agisce più sulla base del proprio "sentire" interiore che per seguire una logica puramente razionale, che spesso inibisce la capacità di scelta invece di rafforzarla: con i ragionamenti si trovano a volte mille scuse per restare fermi, poichè ogni cambiamento può comportare qualche rischio e qualche svantaggio. La passionalità femminile può invece spingere anche all'avventura, perchè va, come si suol dire, dove la porta il cuore e non il cervello.
L'uomo che riconosce in sè questa forza abbracciando la propria Anima riesce a scendere come Orfeo fin nel profondo dell'Ade, perchè ha riconosciuto anche le proprie emozioni ed opera anche lui adesso scelte dettate dal suo cuore. Deve ora vedere di risalire. Ma forse adesso in questo potrà essergli di aiuto proprio Euridice.
Orfeo ed Euridice fusi insieme sono l'Androgino mitico che Jung identifica con l'Homo Novus, il prodotto evoluto dell'Individuazione.

*****

- Costa fatica operare una scelta,
Ancora di più accettarne le conseguenze - mi dicesti affondando la bocca nella melagrana,
- Ma non possiamo esimerci dal farlo.
Scegliere l' oscurità dell'Ade o la luce del giorno,
Ed anche a volte la necessità di entrambe,
Per capire sia i neri semi sottoterra,
Che le fronde dorate dal sole di autunno.
Lo sai da dove provengo e cosa mi costò
Aprire le finestre e bere la primavera.
Ma prima c'è sempre un inverno a cui sopravvivere.-

- Adoro il vostro coraggio di donne;
Il succo rosso della melagrana che cola ancora
Dalle labbra più scarlatte del frutto.
Anche il sangue ha quel colore denso.
Ho visto quell'indomito coraggio nei sorrisi delle foto
Di quelle ragazze curde con i fucili in grembo,
Scegliere di morire per la vita.
Ogni giorno una donna fa la sua scelta,
Mentre l'ora è incerta tra il giorno e la notte.
È difficile distinguere i margini e i bordi
In quella luce che già sta partorendo il buio,
Ma pure si accetta di mordere il frutto agrodolce,
Come fece già Eva nel suo giardino.-

- Fai bene a ricordare Eva,
Poiché non fu Adamo che ebbe il coraggio
Di fare una scelta nella coscienza che male e bene
Fanno parte entrambi della stessa luna;
Ancora una volta fu una donna.
Perché a volte scegliere significa seguire un istinto oscuro,
Senza farsi intrappolare da una mente
Tanto razionale quanto vile,
Che sa trovare sempre una scusa buona
Per non mollare mai gli ormeggi.-

- Sentite maggiormente la voce del sangue,
I richiami delle foreste là oltre gli steccati,
Siete bestie vive e meravigliose,
Sapete andare dove vi chiama il cuore,
Che si sa ha ragioni che la ragione non può capire.-

- Sì, dentro di noi ci sono correnti e maree,
I flussi della vita e della morte,
Noi abbiamo saputo scegliere di scendere negli abissi,
E di risalire verso gli azzurri nitidi di altri non minori abissi.
La melagrana disseta, è buona.
Sento il suo sapore scarlatto nella bocca,
Chi la bacerà potrà sentirlo anche lui.
Ma prima che onori la madre del suo futuro,
Si sappia inginocchiare, lasci la sua diffidenza fuori,
E le porga un fiore bianco,
Che risalti bene sul rosso del frutto
Nella sua mano appiccicosa,
E allora forse la potrà leccare
E le ultime gocce rimaste su quelle pallide dita
Lo disseteranno.
Sarà pronto allora anche lui a scendere nell'Ade,
Come fece Orfeo, ma per ritrovare sè stesso,
Perché Euridice è sempre stata già dentro di lui.-
SCEGLIERE COL CUORE E NON CON IL CERVELLO "Quando Persefone mangia i semi di melograno offertole da Ade, lei compie una scelta. Questo episodio presente nel mito, permette a tutti noi di osservare che nella vita non possiamo esimerci dal compiere delle scelte. Ogni scelta è in genere il risultato di una profonda conflittualità interna, ma quando la scelta è stata fatta ne consegue tutta una storia che noi dobbiamo riuscire a vivere ed affrontare. Dobbiamo cioè trovare il coraggio di andare fino in fondo, assumendoci la responsabilità delle nostre decisioni e di tutto ciò che ne conseguirà." L'anima delle donne, Bompiani ed. Aldo Carotenuto (Citazione di Moreno Mainardis) ------- Quando Jung assegna all'Anima la funzione di "sentire" in profondità, le riconosce anche la facoltà di saper operare delle scelte non soltanto razionalmente, ma anche in modo più istintivo, viscerale. Questo può avvenire nel superamento dei conflitti interiori attraverso la passione ed il sentimento, che sono tutti attributi del nostro Femminile. Il mito di Persefone non inizia con una scelta, ma termina con una decisione molto ferma: mangiare la melagrana, la mette dinanzi ad una storia di cui si assume tutte le responsabilità. E vivere metà tempo nell'Ade e metà alla luce del sole, conseguenza della sua scelta, rappresenta un chiaro esempio metaforico del superamento anche dei contrari, fatti divenire una sequenza armoniosa, ovvero quella integrazione di luce e ombra che spesso è al centro del discorso junghiano. Operare una scelta è sempre un atto di coraggio perchè comporta una grande responsabilità. Carotenuto sceglie un personaggio archetipico femminile come esempio perchè identifica nella donna un coraggio particolare e quindi spesso una maggiore libertà di scelta, sempre che naturalmente non sia a sua volta vittima delle convenzioni, del ruolo storico e del proprio Animus. Questo avviene perchè, come abbiamo detto, la donna agisce più sulla base del proprio "sentire" interiore che per seguire una logica puramente razionale, che spesso inibisce la capacità di scelta invece di rafforzarla: con i ragionamenti si trovano a volte mille scuse per restare fermi, poichè ogni cambiamento può comportare qualche rischio e qualche svantaggio. La passionalità femminile può invece spingere anche all'avventura, perchè va, come si suol dire, dove la porta il cuore e non il cervello. L'uomo che riconosce in sè questa forza abbracciando la propria Anima riesce a scendere come Orfeo fin nel profondo dell'Ade, perchè ha riconosciuto anche le proprie emozioni ed opera anche lui adesso scelte dettate dal suo cuore. Deve ora vedere di risalire. Ma forse adesso in questo potrà essergli di aiuto proprio Euridice. Orfeo ed Euridice fusi insieme sono l'Androgino mitico che Jung identifica con l'Homo Novus, il prodotto evoluto dell'Individuazione. ***** - Costa fatica operare una scelta, Ancora di più accettarne le conseguenze - mi dicesti affondando la bocca nella melagrana, - Ma non possiamo esimerci dal farlo. Scegliere l' oscurità dell'Ade o la luce del giorno, Ed anche a volte la necessità di entrambe, Per capire sia i neri semi sottoterra, Che le fronde dorate dal sole di autunno. Lo sai da dove provengo e cosa mi costò Aprire le finestre e bere la primavera. Ma prima c'è sempre un inverno a cui sopravvivere.- - Adoro il vostro coraggio di donne; Il succo rosso della melagrana che cola ancora Dalle labbra più scarlatte del frutto. Anche il sangue ha quel colore denso. Ho visto quell'indomito coraggio nei sorrisi delle foto Di quelle ragazze curde con i fucili in grembo, Scegliere di morire per la vita. Ogni giorno una donna fa la sua scelta, Mentre l'ora è incerta tra il giorno e la notte. È difficile distinguere i margini e i bordi In quella luce che già sta partorendo il buio, Ma pure si accetta di mordere il frutto agrodolce, Come fece già Eva nel suo giardino.- - Fai bene a ricordare Eva, Poiché non fu Adamo che ebbe il coraggio Di fare una scelta nella coscienza che male e bene Fanno parte entrambi della stessa luna; Ancora una volta fu una donna. Perché a volte scegliere significa seguire un istinto oscuro, Senza farsi intrappolare da una mente Tanto razionale quanto vile, Che sa trovare sempre una scusa buona Per non mollare mai gli ormeggi.- - Sentite maggiormente la voce del sangue, I richiami delle foreste là oltre gli steccati, Siete bestie vive e meravigliose, Sapete andare dove vi chiama il cuore, Che si sa ha ragioni che la ragione non può capire.- - Sì, dentro di noi ci sono correnti e maree, I flussi della vita e della morte, Noi abbiamo saputo scegliere di scendere negli abissi, E di risalire verso gli azzurri nitidi di altri non minori abissi. La melagrana disseta, è buona. Sento il suo sapore scarlatto nella bocca, Chi la bacerà potrà sentirlo anche lui. Ma prima che onori la madre del suo futuro, Si sappia inginocchiare, lasci la sua diffidenza fuori, E le porga un fiore bianco, Che risalti bene sul rosso del frutto Nella sua mano appiccicosa, E allora forse la potrà leccare E le ultime gocce rimaste su quelle pallide dita Lo disseteranno. Sarà pronto allora anche lui a scendere nell'Ade, Come fece Orfeo, ma per ritrovare sè stesso, Perché Euridice è sempre stata già dentro di lui.-
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